Autore: Oscar Figus (Oscar Figus)

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Tanti cuori per il tram della Comasina salviamo il Frecciarancio

Il tram pieno di cuoriGrande successo oggi, giorno di San Valentino, per l’iniziativa promossa dai Comitati per il Tram e dalle Coccinelle di “Insieme per Cambiare”: appendere un cuore  sui tram arancione della linea Limbiate-MM Comasina, di cui si teme la chiusura a breve se non si affronteranno i necessari lavori di ammodernamento.

Cuori alla fermata di ComasinaTantissimi i cuori nelle carrozze e alle fermate, con sopra scritti i pensieri dei molti pendolari che ogni mattina si recano a scuola o al lavoro con il simpatico mezzo arancione. Infaticabile e persino puntuale se messo a confronto con gli intasamenti quotidiani del traffico su gomma della “Comasina” che gli corre a fianco.

I passeggeri hanno commentato positivamente l’iniziativa e fotografato i cuori, giungendo persino a intonare, sul tram poi arrivato alla fermata di Comasina stamattina alle otto, un divertente coretto di apprezzamento.

La speranza di tutti noi è che finalmente si decida di intervenire su questa linea e se ne impedisca la chiusura, non solo perché noi pendolari le siamo affezionati ma soprattutto perché il tram è sostenibile, ecologico e socializzante.

Tra l’altro l’Europa cofinanzierebbe progetti di mobilità sostenibile, come ad esempio nell’ambito del 2° bando per le “Azioni Urbane Innovative“,  aperto lo scorso 16 dicembre e con scadenza 14 aprile 2017, per proposte che riguardino uno dei seguenti temi:

  • integrazione dei migranti e dei rifugiati
  • economia circolare
  • mobilità urbana sostenibile

Ma certo servirebbe progettualità e “buona” politica, e, come sappiamo, di questi tempi scarseggiano, quindi per il momento diciamo solo:

 

Viva il Frecciarancio

Frecciarancio

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Disagio sociale

Nella ricca Milano non è difficile incontrare persone in difficoltà.

Giovani e vecchi, uomini o donne provati dalle difficoltà della vita, dalla povertà, dalla fame, che elemosinano nelle piazze del centro, sui mezzi pubblici, e a volte senza una casa, vivono in giacigli di fortuna.

La Caritas Ambrosiana, nel suo XV Rapporto dell’Osservatorio diocesano delle povertà e delle risorse, fotografa una situazione drammatica.

In otto anni i senza dimora sono aumentati di circa 21%, la maggioranza stranieri ma quasi il 40% italiani generalmente ultracinquantenni, già prima della crisi sospesi sulla soglia della povertà e ora con sempre maggiori difficoltà a rientrare nel mercato del lavoro.…

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COP22 a Marrakech

logocop22E’ cominciata ieri a Marrakech, in Marocco, la 22a Conferenza sui cambiamenti climatici, durerà fino al 18 novembre.
Dopo gli accordi firmati a Parigi lo scorso anno, al termine della COP21, l’obiettivo primario di questa Conferenza è definire la modalità di attuazione di tali accordi.

Salaheddine Mezouar, ministro degli Esteri del Marocco e Presidente della COP22  ha commentato in apertura, il tema del primo giorno è stato ‘Africa in azione’, che la conferenza “in terra africana dimostra l’impegno di un intero continente a contribuire allo sforzo globale” per combattere il cambiamento climatico.
Ha sottolineato inoltre l’importanza di aiutare tutti i paesi africani a combattere i cambiamenti climatici: “sole non ignora un villaggio perché è piccolo.”

Il padiglione dell’Africa, una grande tenda a sua volta alloggio di diversi padiglioni, è stata animata con grandi schermi raffiguranti deserto, oceano, e le scene della foresta provenienti da tutto il continente. Uno spazio riempito rapidamente  da delegati, osservatori e giornalisti sia durante la plenaria di apertura che per i lavori, subito cominciati, della conferenza.

Il padiglione ospiterà molti eventi durante gli 11 giorni: un accesso più affidabile all’energia per le aree rurali e la collaborazione con  l’industria dell’aviazione civile internazionale erano solo due dei dibattiti che si sono svolti.

Diversi paesi anche ospitato eventi e tavole rotonde per evidenziare i propri sforzi per il clima: Tunisia ed Etiopia hanno discusso con i rappresentanti tedeschi per creare soluzioni ai propri problemi ambientali legati al mercato del carbonio, la Tunisia è particolarmente interessato a coinvolgere il settore del cemento.

E’ stato inoltre discusso l’accantonamento per ‘perdite e danni’ a favore dei paesi più poveri …

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Nessuna differenza

Venerdì scorso, a Dacca in Bangladesh, venti persone, tra cui nove nostri connazionali, sono state torturate e uccise.

Identificati Adele Puglisi, Marco Tondat, Claudia Maria D’Antona, Nadia Benedetti, Vincenzo D’Allestro, Maria Rivoli, Cristian Rossi, Claudio Cappelli, Simona Monti, Tarishi Jain, Abinta Kabir e Faraaz HossainKoyo Ogasawara, Makoto Okamura, Yuko Sakai, Rui Shimodaira.

Adele Puglisi, Marco Tondat, Nadia Benedetti, Vincenzo D’Allestro, Maria Rivoli, Cristian Rossi, Claudio Cappelli,  erano padri e madri, imprenditori e lavoratori italiani in Bangladesh, alcuni vivevano nel paese da decenni.

Simona Monti aveva 33 anni ed era in dolce attesa di Michelangelo, voleva tornare in Italia per il parto.

Claudia Maria D’Antona, viveva in Bangladesh da oltre 20 anni con il marito, salvo per miracolo.

Tarishi Jain studentessaaveva 19 anni.

Abinta Kabir viveva a Miami, in Florida, e studiava all’Oxford College.

Faraaz Hossain – Studente, Bengalese, Musulmano – si è rifiutato di abbandonare gli amici nonostante i terroristi gli avessero offerto la libertà.

E ancora una volta siamo a piangere vittime innocenti di una violenza efferata e insensata.

Ieri Emmanuel Chidi Namdi, 36 anni, Nigeriano, sfuggito, insieme alla sua compagna Chinyery, dai terroristi i Boko Haram che terrorizzano il suo Paese, è stato picchiato a sangue fino a provocarne la morte, per aver cercato di difendere la sua donna, insultata e ferita da altri assassini a Fermo, in Italia.

La stessa violenza, efferata e insensata, e lo stesso pianto per tante vite spezzate, per tante famiglie distrutte.

Nessuna differenza, solo follia.

 

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Comunque vada vince l’egoismo

JoCoxComunque vada ha vinto l’egoismo.

In attesa degli ultimi spogli (scrivo alle 6am di venerdì 24) la vittoria dei fautori della brexit sembra assai probabile e fotografa la situazione prevista, una sostanziale spaccatura a metà tra chi, tra i cittadini del Regno Unito, vuole restare in Europa e chi invece preferisce uscirne.

Andranno a stare meglio o peggio ?
Come impatterà sulle vite degli altri cittadini europei ?

Fino ad ora sono state fatte solo ipotesi ma, soprattutto, sono state fatte per cercare di portare acqua ad uno dei due mulini.

Fra qualche ora sapremo con esattezza quale delle due parti ha vinto il democratico confronto referendario, che va rispettato, ma chiunque vinca, dentro o fuori l’Unione Europea, sia nel Regno Unito che nel resto della UE, non può prendere semplicemente atto del risultato.

Intanto perché poco meno della metà degli elettori anglosassoni non sarà comunque soddisfatta e qualche risposta bisognerà darla anche a loro, ma anche perché il risultato è figlio di una grave crisi generalizzata, anche di valori, ma è soprattutto figlio della miopia delle classi dirigenti europee degli ultimi decenni.…