
Ricevo dal consigliere Verde di Milano Enrico Fedreghini una sua nota:
Carissimi, da tempo il futuro dello stadio Meazza ha perso la dimensione di una semplice operazione urbanistica locale, diventando il simbolo della Milano attuale e della città che vogliamo. “Pensi di fare grande Milano dando dei beni pubblici della città ai ricchi (per di più assolutamente anonimi) affinché diventino sempre più ricchi e i cittadini sempre più poveri”.
L’operazione Meazza ripropone a Milano ciò che la finanza speculativa realizza ovunque, in ogni settore e in ogni luogo del pianeta: l’assalto per accaparrarsi la cosa pubblica. L’esito finale dipende, ovviamente, dalla qualità politica delle istituzioni alle quali è affidata la tutela della cosa pubblica.
Il Meazza è una risorsa pubblica che genera ogni anno milioni di euro indispensabili per finanziare lo sport pubblico di base; per i fondi di investimento proprietari di Inter e Milan è semplicemente una struttura da acquistare e demolire per generare profitti privati.
Leggo sul Corriere che Sindaco e Giunta – dopo aver cancellato su ordine dei fondi di investimento il progetto di ristrutturazione del Meazza; approvato il progetto dei club elaborato con trattativa privata; accettata una stima di Agenzia delle Entrate verificata da collaboratori di Agenzia delle Entrate – chiedono ora, in extremis, “garanzie da parte dei club”.
E, improvvisamente, ho realizzato un sogno. Ho pensato di contattare uno dei massimi esperti di Diritto penale dell’economia: il dott. Gian Gaetano Bellavia. Si, è la stessa persona alla quale gioconde e ridenti animatrici di manifestazioni per i diritti in giro per il mondo a nome (e a spese) dell’amministrazione comunale milanese, hanno …