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8 marzo 2017 Lotto marzo inventa lo sciopero

 

Dalla prima pagina del Manifesto : LIBERE TUTTE

Donne in piazza in 48 paesi per lo sciopero globale. Lotto marzo di oggi dice al mondo cosa vogliono, come il loro movimento internazionale intende lottare. Contro violenza e sfruttamento. Dentro e fuori le mura domestiche. Nel lavoro di riproduzione come in quello retribuito. Contro il patriarcato e il neocapitalismo che si danno la mano  per sottomettere e precarizzare la vita di tutti..”

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La loro Rivoluzione e la nostra?

trump

La parola “rivoluzione” è sempre stata, insieme alla parola “riforme”, familiare al linguaggio della sinistra, sin dagli albori del movimento operaio. Poi, grosso modo a partire dagli anni ’80, è scomparsa dal suo lessico diventando un tabù impronunciabile o un “arcaismo” di gruppi minoritari. Oggi inaspettatamente, quando tutti a sinistra hanno paura di pronunciare questa parola, essa viene usata con forza dalla destra. La Rivoluzione è all’ordine del giorno ed è una Rivoluzione contro l’ordine delle cose esistenti imputato “abilmente”, ma a torto, alla sinistra. “La destra è cambiamento” e la sinistra è descritta come conservazione. Così eccoci a Trump. In realtà si vogliono cambiare e distruggere le conquiste che i progressisti hanno ottenuto nei decenni scorsi in ordine a uguaglianza, opportunità, diritti e welfare. “La lotta di classe esiste e la stanno vincendo le classi dominanti.” (L. Gallino: la lotta di classe dopo la lotta di classe). O forse contro Trump c’era un sinistra troppo alla camomilla? Il triste presago del filosofo Slavoj Zizek si è avverato ma mi chiedo se “bisogna votare Trump perché la sinistra si radicalizzi e impari?”. O forse più semplicemente “non conosciamo il nostro paese”. E questo vale anche per noi, in Italia? Non so se è una riprova che “al centro non si vince” con la moderazione compassionevole di una sinistra integrata e impotente contro la globalizzazione, la finanza, la rivoluzione digitale che distrugge lavoro e gli imponenti flussi migratori. Certo la Destra offre soluzioni apparentemente efficaci ma che si riveleranno presto disastrose. Ma intanto vince in America. E domani?…

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COP22 a Marrakech

logocop22E’ cominciata ieri a Marrakech, in Marocco, la 22a Conferenza sui cambiamenti climatici, durerà fino al 18 novembre.
Dopo gli accordi firmati a Parigi lo scorso anno, al termine della COP21, l’obiettivo primario di questa Conferenza è definire la modalità di attuazione di tali accordi.

Salaheddine Mezouar, ministro degli Esteri del Marocco e Presidente della COP22  ha commentato in apertura, il tema del primo giorno è stato ‘Africa in azione’, che la conferenza “in terra africana dimostra l’impegno di un intero continente a contribuire allo sforzo globale” per combattere il cambiamento climatico.
Ha sottolineato inoltre l’importanza di aiutare tutti i paesi africani a combattere i cambiamenti climatici: “sole non ignora un villaggio perché è piccolo.”

Il padiglione dell’Africa, una grande tenda a sua volta alloggio di diversi padiglioni, è stata animata con grandi schermi raffiguranti deserto, oceano, e le scene della foresta provenienti da tutto il continente. Uno spazio riempito rapidamente  da delegati, osservatori e giornalisti sia durante la plenaria di apertura che per i lavori, subito cominciati, della conferenza.

Il padiglione ospiterà molti eventi durante gli 11 giorni: un accesso più affidabile all’energia per le aree rurali e la collaborazione con  l’industria dell’aviazione civile internazionale erano solo due dei dibattiti che si sono svolti.

Diversi paesi anche ospitato eventi e tavole rotonde per evidenziare i propri sforzi per il clima: Tunisia ed Etiopia hanno discusso con i rappresentanti tedeschi per creare soluzioni ai propri problemi ambientali legati al mercato del carbonio, la Tunisia è particolarmente interessato a coinvolgere il settore del cemento.

E’ stato inoltre discusso l’accantonamento per ‘perdite e danni’ a favore dei paesi più poveri …

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“Allucinante”… che cosa? Cambia la politica estera italiana?

CIMG0018Dal Il Fatto quotidiano di ieri leggo che: Dopo giorni di silenzio sull’astensione dell’Italia all’Unesco in merito alla risoluzione adottata sui luoghi santi di Gerusalemme, il presidente del Consiglio ha deciso di condannare il comportamento dei diplomatici italiani. Il 18 ottobre scorso infatti, hanno scelto di non prendere posizione sul documento che definisce Israele “potenza occupante” e utilizza solo la terminologia araba per definire posti simbolici come “il Monte del Tempio.  “Allucinante”, ha detto a Rtl 102.5 il presidente del Consiglio. “Ho chiesto al ministro degli Esteri Paolo Gentiloni di vederci subito al mio ritorno a Roma. E’ incomprensibile, inaccettabile e sbagliato. Ho chiesto espressamente ai nostri di smetterla con queste posizioni. Non si può continuare con queste mozioni finalizzate ad attaccare Israele. Se c’è da rompere su questo l’unità europea che si rompa”. Il testo è stato adottato dall’Unesco martedì scorso con 23 voti a favore, sei contrari (Usa, Germania, Gran Bretagna, Estonia, Lituania e Olanda) e ventisei astenuti. “

Trovo sfasata, fuorviante e sbagliata la polemica del presidente del Consiglio sull’astensione dell’Italia, nel voto all’Unesco, fatto insieme ad altri paese europei. Bisogna non votare con i paesi europei perché ora c’è la moda “elettoralistica” di rompere” sempre e comunque con l’Europa? E’ questo il senso della frase? O invece si vuole far prendere all’Italia una posizione non equidistante nel conflitto israelo-palestinese? Stefano Folli, sulla Repubblica di oggi plaudendo, dice che: “a prendere per buone le affermazioni di Renzi, siamo di fronte a una svolta significativa che avvicina la politica italiana in M.O. e nel Mediterraneo a quella degli Stati Uniti”  e la …