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Quando a febbraio scorso, in occasione delle elezioni regionali lombarde, qualcuno anche a Paderno Dugnano propose e pensò che la candidatura di Letizia Moratti sarebbe stata la carta vincente del centrosinistra, molti scossero la testa sconsolati. Io tra loro.
Alcuni parlarono addirittura di “contraddizioni del centrodestra” e lodarono la caratura democratico progressista della Moratti neoconvertita. Ieri la stessa Moratti di persona (personalmente) ha chiarito la sua natura e la sua collocazione politica “naturale”.
E’ vivo nel suo cuore il “legame con Berlusconi” e per lei la presidente Meloni si sta comportando bene. Ecco svelata la polpetta avvelenata che qualcuno, in Lombardia, ci voleva far ingoiare. L’astuta “operazione di centro” però non è riuscita.
Dopo Renzi e la Moratti chi nel centrosinistra penserà ancora di poter vincere con le idee e gli uomini del centro-destra? Forse costoro hanno sbagliato casa, come ha detto recentemente Elly Schlein.
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Dal sito di Dialogonews del 3 ottobre un’analisi per comprendere le dinamiche politiche interne al PD di Milano e di Sesto San Giovanni. Sul congresso del PD di Paderno Dugnano l’unica informazione diffusa è la riconferma dell’attuale segretaria, e assessore al bilancio Antonella Caniato. Nessun dato sui partecipanti, sul voto e sul dibattito.
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“Il voto congressuale del Pd lombardo, che ha visto impegnato gli iscritti, ha rispettato in larga parte i pronostici. Alla segreteria regionale è stata eletta Silvia Roggiani, candidata unica. Il 6% dei votanti comunque si è rifugiato nella scheda bianca.
Anche alla segreteria metropolitana il pronostico è stato rispettato con la vittoria di Alessandro Capelli, sostenuto dalla Roggiani, che si è affermato con il 66,5% contro lo sfidante Sante Minniti, che ha raccolto il 33,5%. Qui le schede bianche assumono un significato politico. Ben l’11, 5% dei votanti ha preferito non esprimersi, giudicando le candidature insufficienti. Dato, che dovrebbe avviare un’analisi politica. Sarà cosi? Dubitiamo.
A Sesto al circolo Levi, il più importante per numeri di iscritti e influenza politica, dove si confrontavano due candidati l’ha spuntata Loris Mazzoleni, fortemente sostenuto dall’area moderata e riformista con in testa il segretario uscente Umberto Leo, nel frattempo eletto nell’assemblea metropolitana che si richiama all’ex Margherita. Nel direttivo appena eletto con “saggezza democristiana” per la maggioranza oltre al segretario sono stati eletti lo stesso Umberto Leo, Mauro Bernardi, Cesare Paracchini, Rita Bonanmo, Viviana Alverdi e Anna Lonati.
In rappresentanza della minoranza, oltre a Laura Incantalupo, uscita sconfitta nel confronto con Mazzoleni, eletti anche Roberto Barelli, Ornella Maria Boggi e Clara Serraino. Apprezzabile lo sforzo di rinnovamento, a cui …
Domenica primo di ottobre si svolgeranno i congressi del PD in tutta l’area metropolitana milanese. Candidati alla segreteria provinciale sono Alessandro Capelli, che ricordiamo anche per il lavoro di coordinamento svolto a fianco dell’ex sindaco Giuliano Pisapia, e Santo Minniti. Il primo, vicino alle posizioni di Elly Schlein sembra il favorito.
Anche a Paderno Dugnano si svolgerà il congresso della locale sezione. Dalle indiscrezioni di stampa si parla di due candidati: Lucio Romani e Pietro Mazzola, entrambi consiglieri comunali. Dal PD ci si aspetta però una cosa semplice: una ripresa di forte autonomia politica rispetto alla camicia di forza di una maggioranza troppo condizionata dalle politiche moderate.
Su temi sensibili e d’attualità. Un miglioramento deciso della proposta di PGT ancora possibile nelle fasi di adozione, osservazioni e approvazione che accolga le proposte degli ambientalisti e delle associazioni; una soluzione definitiva dell’intervento RE3, una politica di bilancio più sensibile alle fasce deboli e una convinta spinta per una Casa della Salute innovativa.
Insomma la speranza dei progressisti e della sinistra locale è che ci sia, anche qui da noi, una piena e convinta adesione alla svolta impressa da Elly Schlein alle politiche moderate che hanno caratterizzato in questi anni il PD, anche a Paderno Dugnano.
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Il 21 agosto saranno passati 50 anni dalla invasione sovietica della Cecoslovacchia. Lì è crollata l’idea che i paesi socialisti fossero portatori di un avvenire da imitare, anche da noi in occidente.
Per alcuni, in verità, quell’idea era morta molto prima, a Budapest nel 1956. Nella Praga occupata dai carri armati del patto di Varsavia finì definitivamente il mito del comunismo e, insieme a questi, del socialismo.
”Praga è sola” titolerà , un anno dopo, un rivista ancora interna al mondo del comunismo italiano. Io in quel 21 agosto 1968 ero al Liceo Omero di Bruzzano e ricordo ancora lo sgomento di quanto stava accadendo. Eravamo increduli che si potesse schiacciare l’ansia di rinnovamento e la voglia di libertà della società cecoslovacca che insieme al suo leader comunista, Aleksander Dubcek, cercava la sua ”via”. “Dubcek –svoboda” era lo slogan ripetuto, anche dal nostro movimento studentesco, a sostegno di quel tentativo riformista. Ma quel tentativo fu cancellato dai carri armati.
Da quel giorno molti, come me, scelsero un’altra via che non poteva essere quella “portata” dai carri armati. Da lì la nostra vicinanza a tutte le dissidenze e a tutte le minoranze perseguitate dentro e fuori il mondo socialista. Ricordo ancora l’ossessione di capire cosa fosse successo anche più tardi, quando nel 1978, il Manifesto organizzò a Venezia il primo convegno sul dissenso all’Est sotto il titolo “Potere e opposizione nelle società post- rivoluzionarie”.
Quella solitudine del 1968 fu fatale alla primavera di Praga e, probabilmente, è ancora responsabile dei mostri di oggi che si richiamano al famigerato gruppo di Wisegrad.
“La storia, lo sappiamo, non si fa con i …