Comunità energetiche (2)..

Continua la riflessione di Ottorino Pagani sulle CER:

“Realizzerei una Comunità Energetica Rinnovabile. Ma …”

Riportiamo di seguito un estratto dell’intervista al climatologo e divulgatore scientifico Luca Mercalli pubblicata da “beemagazine” il 21 luglio 2022 .

(per il testo completo, vedi https://beemagazine.it/luca-mercalli-realizzerei-una-comunita-energetica-rinnovabile-domattina-ma/)

Cosa ne pensa delle comunità energetiche? Potrebbero essere un valido modo per raggiungere l’indipendenza energetica di cui sta parlando tanto, dato il conflitto in Ucraina oppure no?

Sicuramente sono un aiuto perché la comunità energetica cerca di favorire i consumi dell’energia rinnovabile quando c’è. Questo perché il problema delle fonti rinnovabili solare ed eolica è che non sono programmabili. Cioè, ci sono quando vogliono loro. Perciò, bisogna riuscire a consumare questa energia nel momento in cui c’è. O, meglio ancora, quando ce ne sarà in esubero e, cioè, in un momento di sole, se si usano i pannelli fotovoltaici per produrla.

Applichiamo questo discorso a un gruppo di utenti allargato, come un quartiere. Più persone ci sono e più è possibile che quando uno ha troppa energia, un altro ne abbia bisogno perché non ha i pannelli in quanto abita in un condominio. Allora la comunità energetica dice, “mettetevi tutti insieme voi prosumers, che siete in parte produttori di energia e in parte consumatori”. Fatto questo, lo Stato dà un incentivo per tutta quell’energia che, all’interno della comunità energetica, è stata prodotta e utilizzata nello stesso momento. Quindi il principio della comunità energetica è favorire questa fase tra vicini di casa

E, quindi, come deve essere formata una CER?

Innanzitutto, deve essere variegata. Quindi, al suo interno ci devono essere un po’ di aziende. Queste, in genere, lavorano di giorno e, quindi, è più facile che consumino l’energia solare; oltre a ciò, ci devono essere un po’ di famiglie variegate, con chi sia a casa nelle ore che producono più energia elettrica, cioè quelle del mezzogiorno. Bisogna evitare il più possibile i consumi notturni o serali, per quanto riguarda il Sole che è più diffuso. Per l’energia eolica, il vento è un po’ più flessibile perché soffia anche di notte; però ci sono giornate in cui non soffia affatto.

Perché non l’ha fatta?

Io non l’ho realizzata al momento perché mi sono spaventato della burocrazia. E perché per ora, nella zona in cui mi trovo, la comunità energetica sarebbe stata troppo piccola rispetto ai costi di costituzione. La mia opinione – che è quella di chi ci ha provato – è che una comunità energetica funziona se siamo in tanti. In più, le spese di costituzione, il tempo che io impiego per imparare i meccanismi e la burocrazia sono poi compensati da un incentivo grosso. Insomma, ne deve valere la pena. Se gli impianti sono molto piccoli, l’incentivo alla fine dell’anno è piccolo. E allora io mi sono detto che non ce la faccio. E le ho detto tutto. Per cui, ci vuole una figura che si occupi solo delle comunità energetiche. In tal caso io la farei…..

Nel concreto, come bisognerebbe agire?

Non bisognerebbe compilare alcun modulo, come accade ora. Questo perché si dovrebbe essere inseriti nella CER d’ufficio, in maniera automatica, in qualità di cittadino. Io sogno un Paese dove è la rete nazionale a fare questa operazione. In tal caso, l’incentivo arriverebbe direttamente in bolletta. Ad esempio, la rete nazionale potrebbe verificare in ogni momento gli esuberi o le mancanze di elettricità in base alle nuvole che stanno passando. Li manda a una app sul telefonino per quella zona lì, ipotizziamo per la comunità energetica di Alessandria. E mi dice che in questo momento c’è tanto Sole. Se vuoi accendere la lavatrice, falla adesso perché così pagherai di meno. Ecco il tuo vantaggio della comunità energetica, senza dover firmare alcun modulo.

a parte il vantaggio economico, quali sono gli altri punti di forza di queste comunità?

C’è un vantaggio culturale, a cui bisogna dare il suo peso. Nel momento in cui sono nella comunità energetica e ho l’incentivo in base a come consumo l’energia, è chiaro che divento più responsabile. L’energia diventa un tema della mia vita, mentre oggi è un rimosso. La comunità energetica ti spinge a diventare energy smart. Hai il vantaggio economico che nella comunità energetica, comunque, il prezzo dell’energia lo fai tu e non lo fa il mercato; perciò, è un prezzo più basso.

E poi c’è il vantaggio ambientale, per quanto non sia monetizzabile con un soldo in tasca. A questo proposito, io direi a tutti coloro che hanno dei figli e dei nipoti che entrare in una CER vuol dire rendere la vita meno brutta al figlio e al nipote, che avranno un cambiamento climatico meno cattivo. Ciò perché si sarà risparmiato nelle emissioni.

E poi, aggiungiamoci ancora l’indipendenza energetica. Se sono bravo nella comunità energetica non mi preoccupo di quello che succede al gasdotto e alla dipendenza dal gas russo. L’energia ce la facciamo tra di noi e non mi interessa dipendere energeticamente dall’estero. Non mi sento ricattato da un operatore in un altro luogo del mondo. Tutte queste cose oggi sono fatte con la comunità energetica, ma io sogno un mondo dove non devo andare a fare la comunità energetica perché la CER è il mio Paese. E questi vantaggi mi arrivano automaticamente sulla base di scelte che io faccio e che mi vengono riconosciute sulla bolletta. Sarebbe tutto più facile.

Quindi bisognerebbe realizzare una comunità energetica corrispondente a tutta Italia…Sì. Il mio sogno è quello di una comunità energetica nazionale coordinata, dove io non devo firmare un contratto, andare dal notaio, fare l’assemblea dei soci ed eleggere il consiglio direttivo. Semplicemente, faccio quel gesto di accendere la lavatrice al momento giusto. Un gesto che mi viene riconosciuto attraverso il sistema nazionale. Questo, però, lo lasciamo per il mondo dei sogni. Per il momento, prendiamoci la CER così come è stata pensata oggi che è già un passo avanti rispetto al nulla di prima. Benvenga. Con i limiti che ci siamo detti: burocrazia, pigrizia e cose del genere. “