
Articolo di Ottorino Pagani:
“Una buona notizia: la normativa che si pone l’obiettivo di raggiungere zero emissioni e la neutralità climatica entro il 2050 per il parco immobiliare europeo, è passata all’Europarlamento con 370 voti favorevoli, 199 contrari e 46 astenuti. Hanno votato contro FdI, Lega e FI e a favore Pd, 5 Stelle, Avs e Iv. Segno che, nonostante sia stata concertata con i governi, non convince ancora tutti. Si attende ora l’approvazione formale del Consiglio e la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale per l’entrata in vigore. Il recepimento degli Stati membri non avverrà prima del dicembre 2025.
Cioè lo Stato italiano dovrà promulgare una legge che, mi auguro, sarà coerente con gli Articoli 9 e 41 della nostra Costituzione, che recitano:
- Art. 9: “La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica. Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione” Tutela l’ambiente, la biodiversità e gli ecosistemi anche nell’interesse delle future generazioni. La legge dello Stato disciplina i modi e le forme di tutela degli animali”.
- Art. 41: “L’iniziativa economica privata è libera. Non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo da recare danno alla salute, all’ambiente, alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana. La legge determina i programmi e i controlli opportuni perché l’attività economica pubblica e privata possa essere indirizzata e coordinata a fini sociali e ambientali”.
Se le motivazioni della direttiva europea sono sicuramente in linea con queste norme costituzionali occorre presidiare con molta attenzione il successivo percorso legislativo e la fase attuativa per evitare una “metamorfosi dei fini” a scapito della maggioranza della generazioni presenti e di quelle future; questo presidio dovrebbe partire dalle risposte ai seguenti dubbi:
- Il “lobbismo” che assedia il Parlamento europeo come ha condizionato questa direttiva? La “resilienza” alla crisi climatica, se non gestita correttamente, rischia di trasformarsi unicamente in una strategia per la riorganizzazione del settore industriale europeo asfittico e senza idee, al fine di garantire ulteriori extra profitti ai soliti pochi a spese dei contribuenti europei presenti e futuri.
- Come si cercherà di evitare che la direttiva sia l’ennesimo (vedi bonus 75% e 110%) innesco all’inflazione dei costi di ristrutturazione degli edifici, cioè l’ennesima speculazione per arricchire le casse dei soliti pochi con i debiti pubblici delle generazioni future? Se non viene risolto questo aspetto, la nuova legge sarà in contrasto con l’Art. 41 della Costituzione.
- E soprattutto, come e dove saranno recuperate le risorse necessarie? La Commissione europea stima che saranno necessari 275 miliardi di euro di investimenti annui per la svolta energetica del parco immobiliare; difficilmente potranno essere finanziati in modo diretto dalla miriade dei “piccoli” proprietari di casa, e produrre un ulteriore debito a carico delle generazioni future non è coerente con l’Art. 9 della Costituzione.