Fourier e le comunità energetiche

Aerial view of solar panels on manufacturing factory building roof at Shanghai free trade zone,China.

Articolo di Ottorino Pagani:

La logica del falansterio.

Con il termine falansterio il filosofo e politologo francese Charles Fourier, indicava la struttura abitativa in cui si svolgeva la vita dei membri dell’unità sociale di base prevista nelle sue teorie e da lui denominata “falange”. Secondo il pensatore politico francese, ogni falange avrebbe dovuto essere costituita da un minimo di 1600 a un massimo di 2200 individui, comprendendo circa 450 famiglie. L’attività economica della falange sarebbe stata fondata sulla proprietà societaria, in grado di garantire a tutti la partecipazione agli utili, in proporzione dei conferimenti fatti al patrimonio comune. Tutti al suo interno sarebbero stati al tempo stesso produttori e  consumatori, partecipando agli utili sulla base di quelli che Fourier riteneva essere i tre fattori della produzione: capitale, lavoro e talento.”

La logica fantasiosa di Fourier si ritrova nel Decreto Legge che “disciplina le modalità di incentivazione per sostenere l’energia elettrica da impianti di fonti rinnovabili inseriti in condizioni di autoconsumo per la condivisione dell’energia rinnovabile …”, con un’innovazione: il concetto di autoconsumo virtuale, che permette di realizzare dei “falansteri energetici virtuali”.

Tutti gli italiani pagheranno in bolletta, per 20 anni, il finanziamento degli incentivi per un numero circoscritto (fino al raggiungimento della capacità di 5GW) di Comunità Energetiche Rinnovabili; questo beneficio economico andrà quindi ad un numero limitato di CER che incideranno per un valore residuale sulla capacità totale degli impianti di energia elettrica con fonti rinnovabili previsti per il 2030: 5 GW sul totale previsto di 131 GW, cioè: il 3,8%!

Nel contesto di un sistema elettrico nazionale adeguato ai bisogni futuri, che ruolo potrebbero avere questi “falansteri energetici virtuali”? Con un “peso” irrilevante e senza alcuna prospettiva già definita: cosa succederà tra 20 anni?

Perché il beneficio economico, seppur circoscritto, deve andare ad un numero limitato di Comunità Energetiche Rinnovabili distribuite sul territorio nazionale senza alcuna logica?

Il mondo fantasioso di Fourier non ha superato il confronto con la dimensione dei problemi sociali che voleva guarire e la società industriale e tecnocratica, che ha vinto ed imposto il suo modello di sviluppo, ci ha portato alla crisi climatica dei giorni nostri. In questo scenario complesso e con  con un orizzonte incerto, che senso ha riproporre la “logica del falansterio” nei piani / iniziative di adattamento climatico per l’emergenza in corso?

L’argomentazione della “forza dell’esempio di piccole colonie societarie” non si confronta con la soluzione dei problemi globali che assillano il pianeta, anzi lascia campo libero ai “manovratori del sistema“ che agiscono solo per tutelare i loro interessi e profitti. Non è ora di superare questa “logica” e prendersi davvero cura del buon funzionamento delle istituzioni pubbliche, e dei servizi che devono erogare ai cittadini, per far fronte alle emergenze e contribuire a costruire un orizzonte comune più confortante?