Friburgo e noi

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Seguiamo sempre con interesse non solo il blog di Giuranna ma anche le iniziative pubbliche di Insieme per Cambiare perché sembra essere l’unica forza, ancorchè locale, che si impegna a costruire un discorso pubblico sulla città. Non sottovalutiamo le proposte e gli appelli di Giuranna, per ora inascoltati e che meritano una risposta anche se dal PD e dalla sinistra dispersa non è venuto alcun cenno. Come si farà poi a costruire una coalizione progressita resta un mistero. A meno che che nessuno: nè il PD nè la sinistra intenda costruire alcuna alleanza destinandoci così alla sconfittta anche alla prossime elezioni amministrative. Per questo guardiamo con attenzione alle posizioni dell’ambientalismo, alle idee sull’urbanistica e a tutto ciò che riguarda la città non ultima l’esperienza di Friburgo che siamo stati sollecitati a studiare.

Per quanto ne sappiamo Friburgo è una citta di 220.000 abitanti del Sud della Germania – Stato Federale Baden-Württemberg – collocata a breve distanza dal confine francese e svizzero, non lontana dall’Austria. Friburgo diventa, dagli anni ’90 ben presto un modello anche per le Nazioni Unite il cui programma per l’Ambiente parla di un green new deal. Una “ricetta verde” a base di meno consumo energetico e di beni, di attività a basso impatto ambientale – industrie ad alta tecnologia, ricerca, “agricoltura biologica” e servizi -. Un modello responsabile che consente di uscire dalla crisi attraverso un rinnovamento di prospettiva caratterizzato da una maggiore attenzione per la “salute” del pianeta e una distribuzione più equa della prosperità. Dal 1982 al 2002, il partito Die Grünen di Friburgo ottiene la maggioranza politica e governa la città. Questo consente all’Amministrazione di declinare un programma politico “verde” in chiave economica, sociale e urbanistica. In effetti:

In campo economico il Comune scommette sulla collaborazione con l’Università per la creazione di un polo di industrie ad alta tecnologia e a basso impatto ambientale nel campo medico, informatico e delle energie rinnovabili. La scelta viene premiata e il nuovo distretto diventa un “laboratorio internazionale”, accoglie 2.000 industrie e 12.000 posti di lavoro, e, nel solo settore del solare, circa 100 imprese e 1.000 posti di lavoro, pari a 3 – 4 volte la media nazionale.


Dal punto di vista sociale la municipalità promuove la partecipazione nell’ambito dei processi decisionali, accoglie iniziative bottom-up, sostiene l’integrazione e la diversità attraverso il finanziamento di housing sociale, iniziative culturali e simboliche come la realizzazione di un edificio di culto, a Rieselfeld, dove si svolgono funzioni cattoliche e protestanti.
Lo sviluppo urbano si ispira al concetto di sostenibilità e si traduce, ad esempio, nella cura del centro storico; nel contenimento dell’espansione edilizia; nella promozione di iniziative di completamento, di rinnovo urbano e di densità medio-alte “anti-sprawl”; nello sviluppo del trasporto pubblico in congruenza con le previsioni di piano e di quartieri a dimensione di pedone (cities of short distances); nel risparmio energetico; nella valorizzazione degli spazi aperti. Distretti speciali, quali shopping center e campus, vengono scoraggiati a favore di un’integrazione funzionale. L’“approccio verde” si estende alla gestione ecologica del ciclo dell’aria, dell’acqua, e dei rifiuti, nel tentativo di minimizzare gli impatti negativi sull’ambiente e sulla salute degli abitanti.”(tratto da Fabiola Fratini)”


A questo modello si riferiscono i nuovi quartieri Vauban e Rieselfeld “messi in cantiere” all’inizio degli anni ’90 che, tra l’altro ci indicano due criteri guida: la programmazione urbana e la partecipazione attiva dei cittadini. Fin qui quello che possiamo apprendere dai libri. Ma aspettiamo le suggestioni e le indicazioni che ne trarranno i simpatizzanti della Lista IxC e che saranno importanti per capire il futuro della nostra città.