Il futuro a sinistra

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E’ stato diffuso un appello fatto da Sergio Cofferati, Stefano Fassina, Alfredo D’Attore, Claudio Riccio, Guglielmo Minervini, Cesare Roseti e da Nicola Fratoianni, Nichi Vendola, Arturo Scotto, Loredana De Petris e dall’intero coordinamento nazionale di Sel che invita ad un appuntamento a Roma dal 19 al 21 febbraio. Daniela Camorali, segretaria di Sel di Paderno Dugnano, che me lo ha inviato e che ringrazio, lo commenta così: “Finalmente un progetto interessante, inclusivo, aperto. Che va al di là dei personalismi, dei distinguo e non so che altro. Una proposta che  prova a ridare senso alla parola “politica”, come strumento necessario alla comprensione del tempo presente e alla trasformazione di un sistema che ha perso di vista l’individuo e i mondi della sua esistenza. E’ ormai da tempo che siamo impegnati nella costruzione di un nuovo soggetto politico che colmi il vuoto lasciato a sinistra. Nulla è facile, né scontato, ma ho bisogno di pensare ad un grande movimento, che sia al contempo sociale e politico che possa riconquistare uno spazio collettivo e democratico. Rimettiamoci in cammino, su strade senza padroni. Ripensiamo il futuro”.

 Ecco il testo dell’appello: ” Per la sinistra di tutte e tutti

 Incontriamoci il 19, 20 e 21 febbraio a Roma per ridare senso alla parola “politica” come strumento

utile a cambiare concretamente le nostre vite. Incontriamoci per organizzarci e costruire un nuovo

soggetto politico, uno spazio aperto, democratico, autonomo.

Non è un annuncio. È una proposta.

Non sarà un evento cui assistere da spettatori.

Non ti chiediamo di venire a riempire la sala, battere le mani e chiacchierare in un corridoio come

accade di solito in queste assemblee.

Mettiamoci in cammino per condividere un processo e costruire insieme un nuovo progetto politico

innovativo e all’altezza della sfida. Un progetto alternativo alla politica d’oggi, svuotata e

autoreferenziale, che ritrovi tanto il legame con la propria storia, quanto la capacità di scrivere il

futuro.

L’obiettivo

È ora di cambiare questo paese e le condizioni di vita di milioni di persone, colpite dalla crisi e

dalle politiche neoliberiste e di austerità, svuotate della capacità di immaginare il proprio futuro.

Vogliamo costruire un’alternativa di società, pensata da donne e uomini, fatta di pace e giustizia

sociale e ambientale, unici veri antidoti per fermare le destre e l’antipolitica, il terrore di Daesh, i

cambiamenti climatici. Serve una netta discontinuità con il recente passato di sconfitte e

testimonianza, per metterci in sintonia con le sinistre europee che indicano un’alternativa di lotta e

speranza. Dobbiamo metterci in connessione con il nostro popolo, con i suoi desideri e le sue

paure, con le centinaia di esperienze territoriali e innovative che stanno già cambiando l’Italia,

spesso lontani dalla politica.

Bisognerà cambiare molto: redistribuire le ricchezze e abbattere le diseguaglianze sociali e di

genere, costruire un nuovo welfare e eliminare la precarietà, restituendo dignità al mondo del

lavoro. È ora di cambiare il modo in cui si produce e quello in cui si consuma, il modo in cui si fa

scuola e formazione, le politiche per accogliere. Intendiamo difendere la Costituzione e i suoi

valori, per difendere la democrazia.

Il governo Renzi e il PD vanno in una direzione diametralmente opposta e ci raccontano che non

c’è un’alternativa. Per noi invece non solo un’alternativa è possibile ma è necessaria ed è basata

sui diritti, sull’uguaglianza, sui beni comuni.

Dobbiamo organizzarci. Organizzare innanzitutto la parte che più ha subito gli effetti della crisi, chi

ha voglia e bisogno di riscatto, di cambiamento, chi non crede più alla politica; lottando tanto nelle

istituzioni quanto nella società. Una forza politica, non un cartello elettorale, che si candidi a

governare il paese per cambiarlo e che lo faccia con un profilo credibile, in competizione con tutti

gli altri poli esistenti.

Partecipa

Probabilmente ti starai facendo alcune domande: “come funzionerà il nuovo soggetto?”, “come si

chiamerà?”, “quale sarà il suo programma?”, “è possibile innovare la forma partito?”, “chi sarà il

suo o la sua leader?”, “c’è davvero bisogno di un leader? E, se sì, come verrà scelto?” A queste e

tante altre domande la risposta è semplice e per questo rivoluzionaria: lo decideremo insieme.

Partecipiamo a questo percorso come persone, “una testa un voto”, riconoscendogli piena

sovranità. Abbiamo bisogno di una sinistra di tutti e di tutte: non un percorso pattizio, ma una

nuova forza politica che nasca dalla partecipazione diretta di migliaia di persone.

Cambiamo la politica, innoviamo le forme della democrazia, diamo la parola ai cittadini, attraverso

una piattaforma digitale per il confronto, la codecisione, la cooperazione e l’azione. Ma non basta:

serve restituire protagonismo alla vita dei territori attraverso una campagna di ascolto con

assemblee per connettere percorsi e conflitti, scrivere collettivamente il nostro programma, la

nostra idea di società, la strada per il cambiamento.

Invitiamo tutti e tutte a partecipare, a rimescolare ogni appartenenza, a mettersi a disposizione,

fino allo scioglimento delle forze organizzate, sapendo che solo un cammino realmente inclusivo

può essere la strada per coinvolgere i tanti che purtroppo sono scettici e disillusi. Sarà importante

l’impegno dei rappresentanti istituzionali a tutti i livelli a mettersi al servizio del processo, agendo

da terminale sociale.

Non vogliamo raccogliere solo le istanze dei singoli, ma anche quelle di tutte le esperienze

collettive, le reti sociali, le forze sindacali, l’associazionismo diffuso, i movimenti, che in questi anni

hanno elaborato e realizzato proposte concrete ed efficaci.

Per questo ci mettiamo in cammino. Non siamo i proprietari di questo percorso, e questo

documento non ne vuole determinare gli esiti: proponiamo un obiettivo (costruire un nuovo

soggetto di alternativa), un metodo (un cammino fatto di assemblee territoriali e di una piattaforma

digitale, adesione individuale, piena sovranità), una data di partenza. Da quella data in poi, sarà

chi deciderà di partecipare a indicare la rotta. Cominciamo un viaggio che sappia cambiare noi

stessi e il mondo che ci circonda. Mettiamoci in cammino”.

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