Gli ultimi tra gli ultimi

Home Italia Gli ultimi tra gli ultimi

Voglio dedicare qualche riga, in questo giorno di Natale, agli ultimi tra gli ultimi: coloro che si trovano in carcere.

Me ne da lo spunto l’articolo con la vecchia intervista a Don Renato Rebuzzini riportata qualche giorno fa da Giovanni Giuranna sul suo blog, ma soprattutto la notizia del suicidio di Francesco Gattuccio, 64 anni, ex impiegato dell’Agenzia delle Entrate, condannato per avere ucciso, nel 2011, la badante romena della madre a Trabia vicino a Palermo.

La situazione dei suicidi in carcere rimane problematica, anche se pare in leggera flessione, perfino il loro conteggio, lo scorso gennaio dopo la visita mia, di Gianni Rubagotti, Giovanni Carenza e Giorgio Gerosa al carcere di Monza evidenziammo come un probabile suicidio non fu classificato come tale.

Certo la situazione non è uniforme tra le diverse strutture carcerarie e se ci sono eccellenze esistono casi vergognosi come quello successo ad Asti nel dicembre del 2004, di cui parla l’Associazione Antigone, dove due detenuti sono stati denudati, costretti in celle di isolamento prive di vetri, picchiati e umiliati, caso il cui ricorso alla Corte Europea dei Diritti Umani è stato dichiarato ammissibile il 23 novembre scorso e per cui lo Stato Italiano ha proposto una transazione amichevole.

Come drammatica è spesso la situazione sanitaria, se consideriamo che a fronte di 49.605 posti disponibili il numero di carcerati raggiunge le 52.636 persone di cui 17.387 stranieri (fonte Ministero), e si stima 4000 con disturbi psichici, ed altri 4000 sieropositivi, anche qui con situazioni assolutamente diverse da carcere a carcere, difficoltà di accesso al personale sanitario, soprattutto da parte degli stranieri che hanno spesso problemi di lingua.

E spesso mancano libri, spazi palestra, comprensibilmente Internet ma noi, generazione digitale, potremmo anche provare a interrogarci sul come vivere senza.

E’ vero sono carcerati, ma sono anche individui con il diritto al rispetto della loro dignità, oltretutto visto che stanno pagando il loro debito con la società, il mio è solo un pensiero, non vale molto, ma loro sono gli ultimi tra gli ultimi e in questo giorno di Natale ho voluto ricordarli.