La paura di vincere

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primarie di milano

L’esito delle primarie di Milano suggerisce alcune considerazioni utili per capire le dinamiche e i riflessi sul futuro della sinistra milanese. Non mi interessa mettere in discussione la evidente positività della partecipazione democratica al voto. Il risultato delle primarie del centrosinistra era ampiamente scontato: primo Sala, secondo Balzani, terzo Majorino e quarto Iannetta. Tutto come previsto, da tutti. Ma se era davvero così perché nessuno ha agito per contrastarne l’esito annunciato?  A tutti era evidente la forza mediatica di Sala: il “successo” di EXPO e l’appoggio di Renzi ma anche la sua debolezza dentro l’elettorato più attivo, quello che vota alle primarie. Perché la sinistra dell’area arancione, Pisapia e la sinistra del Pd hanno giocato così male una partita che potevano vincere? Sala ha ottenuto solo il 42% dei voti di contro al 57 % dei voti di Balzani e Majorino. Miopia? Personalismi? O paura di vincere? Di certo non contesto e non sottovaluto le buone intenzioni dei protagonisti: tutte valide ma nessuna tale da dover essere sostenuta fino in fondo. Fino alla volontà di vedere una sconfitta certa dell’esperienza Pisapia. Il primo errore è stato però quello commesso da Pisapia. Non ha voluto o saputo costruire una sua eredità politica e quando si è accorto di questa deficienza è corso ai ripari con la candidatura Balzani; forse considerando debole la candidatura di Majorino.

 

Resta però il neo grande di quell’ incontro con Renzi per il placet alla Balzani. Su questo ha ragione Majorino: il sindaco dei milanesi non lo si chiede a Roma. Che cosa hanno chiesto Balzani e Pisapia, già consapevoli della vittoria di Sala, a Renzi? Che cosa temevano? Certo vincere e governare a Milano contro Renzi può spaventare chiunque. Quello che è evidente è che nessuna personalità dell’area Pisapia e della sinistra PD e SEL ha avuto la capacità, la volontà (o l’autorità) di provare a mettere insieme ed unire questa sinistra politica. Tutti hanno giocato, o si sono accontentati di giocare, la loro piccola partita: di area, di ruolo, di corrente e forse anche personale. Nessuno ha pensato in grande al destino della Sinistra a Milano che forse richiedeva da parte di tutti, o di qualcuno, un sacrificio personale.           Da questo punto di visto non assolvo nemmeno Majorino che pure molte ragioni aveva ma che su queste ha preferito attestarsi e andare a vedere cosa sarebbe successo. Purtroppo le previsioni e l’esito hanno confermato che l’idea più giusta era il ritiro della sua candidatura. Perché non è successo? Ora è certo che l’esperienza originale di Pisapia è finita per  concorso dello stesso Pisapia, di Balzani, di Majiorino e di tutti quanti hanno preferito misurare la propria “potenza di fuoco” al destino di Milano e della Sinistra. Tanti fieri “avversari” di Renzi che si sono squagliati tutti come neve al sole.

 

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