Ricevo da Giovanna Baracchi (Dip. America Latina e segretaria PRC Paderno Dugnano-MI) il seguente articolo/appello, a favore dello scomparso Santiago Maldonado, che volentieri rilancio:
“L’Argentina guidata da Mauricio Macri sta precipitando in un velocissimo vortice di regressione iniziato con la vicenda, ancora sospesa ad un filo, di Milagro Sala. Milagro è indigena, deputata al Palasur e attivista della Tupac Amaru, arrestata il 16 gennaio 2016 nella Provincia di Jujuy nella parte estrema nord-ovest del paese, con l’accusa di “istigazione a delinquere” per aver condotto una protesta pacifica. Detenuta senza processo per più di sei mesi, è stata protagonista di una campagna di solidarietà caratterizzata dall’hastag #libertadporMilagroSala che ha invaso i social.
Oggi Milagro Sala è agli arresti domiciliari grazie alle pressioni di diversi Comitati che, muovendosi unitariamente, hanno ottenuto l’intervento delle Nazioni Unite, che a loro volta ne hanno ritenuto la detenzione arbitraria.
Intanto in piena Patagonia argentina, i Mapuche, popoli originari, tentano di riprendersi le migliaia di ettari usurpati dalla multinazionale italiana Benetton, con lotte che proseguono da anni e che negli ultimi mesi hanno risvegliato l’attenzione del nuovo governo.
Santiago Maldonado, giovane artigiano di 28 anni, scompare dopo essere stato fermato dalla Gendarmeria Nacional il giorno 1 agosto 2017, durante una manifestazione accanto ai Mapuche per rivendicare il loro diritto alla terra. Da allora, nonostante numerosi appelli di associazioni, parlamentari e cittadini, di Santiago si sono perse le tracce. “Desaparecido“: riappare con forza una parola che porta con sé ricordi lontani e vicini. Il tam-tam supera le barriere nazionali divenendo internazionale, interviene anche la Commissione Interamericana per i diritti umani, partono raccolte firme.
Persone arrestate e …