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IperDì e SuperDì chiusi Lavoratori senza stipendio da luglio

Un’altra crisi nel settore della grande distribuzione che ci toccca direttamente. L’ IperDì di via Erba 90 a Paderno Dugnano risulta chiuso: Il cartello dice:Chiuso per ferie ma le notizie  di stampa non lasciano ben sperare. Di seguito un aggiornamento della situazione della catena di Supermercati citati dal quotidiano on-line “Milanotoday”del 21 agosto:

“Crisi IperDì e SuperDì, stop agli stipendi

Sembrerebbe che la catena di discount stia attraversano una profonda crisi. I due punti vendita SuperDì e Iperdì di via Ornato e viale Molise a Milano sono chiusi da diversi giorni. Stessa cosa per i supermercati della catena nei comuni di Trezzano sul Naviglio, Paderno Dugnano e Rho, nell’hinterland cittadino. Ma le corsie deserte e gli scaffali vuoti – ormai la quotidianità anche per i discount lombardi, piemontesi e liguri del marchio – non sono solo il risultato di una chiusura estiva prolungata. Infatti i lavoratori, che sono stati obbligati ad andare in ‘ferie’, da luglio non ricevono lo stipendio.

La verità è che la catena di supermercati sta attraversando una profonda crisi.Un migliaio di dipendenti sono in attesa di conoscere quale sarà il loro destino – scrive Andrea Gianni su Il Giorno -, ad agosto invece di vedersi accreditato lo stipendio sul proprio conto, hanno ricevuto una comunicazione asciutta con la quale l’azienda li avvisava che per ora non avrebbero ricevuto la busta paga. Dopo aver esaurito ferie e permessi residui, a partire da settembre il personale di SuperDì e Iperdì potrebbe essere messo in aspettativa retribuita. Nel frattempo i sindacati hanno già segnalato la situazione all’Ispettorato del lavoro e hanno chiesto un confronto con l’azienda.

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Chi voleva rompere? Mattarella, Dimaio o Salvini?

Una domanda sorge spontanea: ma perché dopo 80 giorni di “lavoro duro” Salvini e Dimaio hanno buttato a mare un governo già pronto?

Ma se avevano un programma e una lista di ministri, trovato un presidente del consiglio (l’avvocato del popolo) per un governo del cambiamento che avrebbe potuto migliorare l’Italia perché l’hanno buttato a mare?

Ma se il programma era quello vero e i ministri tutti politici perchè non hanno trovato loro una alternativa a Savona? Perchè hanno spinto le loro pretese contro le prerogative del presidente Sergio Mattarella? Ne valeva la pena?

O forse qualcuno (Salvini) voleva quell’esito? Un governo per uscire dall’euro e l’umiliazione di Mattarella. E perché Dimaio non ha capito che gli conveniva (per avere finalmente un governo del cambiamento) appoggiare Mattarella e cambiare Savona per limitare lo strapotere di Salvini? Domande sul comportamento dei due protagonisti che in questi giorni avranno delle risposte. Chi voleva rompere? Intanto a sinistra regna un silenzio sconcertante.

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La privatizzazione della sanità La clinica San Carlo fa shopping?

La privatizzazione della sanità pubblica non è un’invenzione elettorale di qualche estremista ma la dura realtà dei fatti e delle scelte politiche, soprattutto del centro destra. Emblematica la decisione della giunta regionale ligure che ha affidato ad Alisa, la nuova azienda sanitaria, il bando per l’affidamento ai privati di tre ospedali pubblici. Si tratta degli ospedali di Cairo Montenotte, Albenga e Bordighera.”. Di ieri l’articolo della giornalista Mara Cacace, su Savona online, che racconta:

In arrivo la prossima settimana sulla Gazzetta Ufficiale la pubblicazione del bando per l’affidamento della gestione degli ospedali di Albenga, Cairo e Bordighera.

Le preoccupazioni circa un aumento dei costi dei servizi sanitari ai cittadini, sul mantenimento dei posti di lavoro, sull’effettivo potenziamento degli ospedali e il mantenimento dei servizi e dei reparti essenziali per gli utenti (in primis il pronto soccorso) agita gli animi nonostante le rassicurazioni della Regione che ha visto l’assessore Sonia Viale confermare in più occasione che tra i parametri del bando saranno inseriti: la riapertura dei pronto soccorso e la garanzia della tutela dei lavoratori, da un punto di vista degli organici e contrattuale.

Domani le categorie sindacali saranno ricevute Regione per avere chiarimenti sulle misure che verranno adottate per garantire il personale impiegato nelle tre strutture.

Afferma Giancarlo Bellini CGIL: “L’incontro di domani con le categorie sindacali, probabilmente verterà sulle clausole di salvaguardia per i lavoratori che rappresentiamo anche se speriamo venga offerto un quadro più generale per capire che cosa sarà inserito all’interno di questo bando e che futuro dovremo aspettarci per gli ospedali liguri.”

Negli scorsi mesi, nel frattempo, Alisa ha valutato alcune manifestazioni di interesse