COP21 – L’Uomo e l’energia

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A Parigi, un paio di settimane fa si sono incontrati i rappresentanti di tutti i popoli del mondo, quasi 200 nazioni, per cercare di ridurre il riscaldamento globale della terra, che solo chi non vuol vedere può affermare che non esiste. (Nel 1997 a Kyoto erano presenti 35 paesi).

Il problema coinvolge tutte le nazioni e senza la collaborazione di tutte le nazioni non è possibile risolverlo. L’attività umana negli ultimi 100 anni è riuscita a produrre cambiamenti climatici che la natura, da sola, in tempi geologici, ha impiegato milioni di anni per produrne di analoghi.

Tutte le nazioni presenti hanno trovato un accordo e si sono impegnate a ridurre le emissioni di gas serra entro il 2020 in modo che l’aumento della temperatura media causato da questi gas sia inferiore ai 2.0 °C (meglio se 1,5 °C) rispetto ai livelli pre-industriali (1900-1950).

Qui trovate il testo completo dell’Accordo di Parigi COP21_paris Agreement 2015_12_12 (purtroppo non sono riuscita a trovare la versione in italiano)

L’accordo è molto articolato e fa riferimento ai numerosi accordi precedenti ed è difficile interpretazione se non si hanno chiari tutti i passaggi precedenti e le proposte nate e sviluppate nel corso degli anni.

Riporto un commento dettagliato dei principali elementi e delle modifiche concordate durante la conferenza tratte dal sito http://www.italiaclima.org   COP21 Commenti Accordo .

Si può dunque essere soddisfatti dell’accordo raggiunto?

Sicuramente l’impegno di tutti i paesi per limitare l’aumento della temperatura globale nel 2020, che da 2.0 suggerito all’inizio della conferenza, è passato a 1,5 C, è molto sfidante. Ogni paese dovrà fare in modo che le attività nazionali per limitare la produzione da gas serra, decise su base volontaria, siano aggiornati ogni 5 anni e risultino i più ambiziosi possibili; dovranno tenere conto delle responsabilità comuni, sebbene differenziate e delle rispettive capacità.

Ma saranno i paesi stessi a dover dimostrare che hanno rispettato gli impegni presi.

Tutti i paesi si impegnano a mettere a disposizione globalmente 100 miliardi di dollari l’anno, tenendo conto delle esigenze e delle priorità dei paesi in via di sviluppo; gli stati sviluppati hanno dato disponibilità a supportare il processo di Carbon Neutrality per i Paesi in via di sviluppo e a finanziare il Green Climate Fund (GCF) e/o altre iniziative, ma unicamente in modo volontario.

Insomma i propositi sono buoni, bisognerà vedere se verranno rispettati.

Ma quale è la situazione attuale?

Quali sono le previsioni di incremento della temperatura?

Di studi e previsioni ce ne sono molte, riporto qui alcuni dati stimati dal MIT – Massachusetts Institute of Technology che da anni conduce il “MIT Joint Program: Science & Policy Working Together” e che ha recentemente pubblicato le sue previsioni nell’Energy & Climate Outlook 2015.

Riporto qui alcune interessanti previsioni.

I gas serra sono quei gas presenti in atmosfera, trasparenti alla radiazione solare in entrata sulla Terra, ma che trattengono, in maniera consistente, la radiazione infrarossa emessa dalla superficie terrestre, dall’atmosfera e dalle nuvole. Possono essere di sia di origine naturale che antropica.

Il più noto gas serra è l’anidride carbonica (CO2), ma altri gas possono avere un effetto serra, per esempio il protossido di azoto (N2O), il metano (CH4) ed l’esa-fluoruro di zolfo (SF6), con un potenziale di riscaldamento globale (GWP – Global Warming Potential) anche molto maggiore della CO2. Se consideriamo 1 il GWP della CO2, il metano ha GWP=28, fino ad arrivare allesa-fluoruro di zolfo (SF6) con GWP=23500!

Oltre a questi gas di origine sia naturale che antropica, esiste un’ampia gamma di gas serra rilasciati in atmosfera di origine esclusivamente antropica, come i clorofluorocarburi (CFC), e molte altre molecole contenenti cloro e fluoro, le cui emissioni sono regolamentate dal Protocollo di Montreal.

Per calcolare una previsione attendibile è quindi necessario misurare e monitorare la concentrazione e la produzione di molti gas.

In particolare lo studio ha calcolato la previsione della variazione della temperatura (a sinistra) e le precipitazioni piovose (a destra) rispetto al periodo 1901-1950 considerando 3 diverse ipotesi (scenari) sulla base della quantità di gas serra emessi.

AA

Dove:      Low Climate Sensitivity: corrisponde ad un incremento globale medio di 2°C

Median Climate Sensitivity: corrisponde ad un incremento globale medio di 2.5°C

High Climate Sensitivity: corrisponde ad un incremento globale medio di 4.5°C

Inoltre, per ogni continente sono state stimate le previsioni della variazione di temperatura rispetto al periodo pre-industriale (1901-1950) e per cui sono disponibili le misure; Le bande blu mostrano la variabilità associata all’andamento storico della temperatura. Le bande verdi rappresentano l’incertezza associata alle medie calcolate (linea bianca tratteggiata).

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Il MIT ha stimato anche la distribuzione spaziale delle variazioni di temperatura e precipitazioni per i 3 scenari ipotizzati e per 3 periodi 1991-2010, 2041- 2060 e 2091-2110.

Nel caso in cui non si riduca l’emissione di gas serra, l’aumento della temperatura nel 2100 potrebbe raggiungere anche i 12°C nelle zone Artiche!

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Qui il documento completo del MIT 2015 Energy & Climate Outlook

Monitorare la produzione, la concentrazione e la provenienza di tutti i gas serra non è facile e la nostra speranza è che ogni nazione fornisca dati veritieri.

Ma come ridurre la produzione di gas serra?

Tutti ovviamente vogliamo vivere in un pianeta pulito, in un ambiente ecologicamente preservato.

Ma è altrettanto vero che tutti vogliamo una casa calda in inverno, possibilmente fresca in estate. Spostarci comodamente in automobile, senza dover rispettare orari e tempi dei mezzi pubblici, andare in vacanza in aereo in paesi esotici. Avere un’attività intellettualmente gratificante piuttosto che un lavoro fisicamente pesante che spezza la schiena.

Desideri ovvi, e il genere umano, dalla storia dei tempi, ha sempre cercato di raggiungere questi obiettivi. Per fare questo è però necessario avere energia a disposizione, molta energia.

Più l’Uomo ne ha avuta a disposizione e più ha incrementato la sua cultura, più si è espresso attraverso le arti. L’energia gli ha permesso di svolgere le attività necessarie al suo sostentamento fisico in tempi più ridotti, lasciandogli la possibilità di dedicarsi alla filosofia, alle scienze, alle arti, alla cultura.

Un numero inenarrabile di guerre sono state scatenate per conquistare energia; dall’accesso ai fiumi per un mulino ad acqua per macinarci il grano e alimentare un maglio, all’accesso alle zone più ventose per costruirci un mulino a vento, fino all’accesso a miniere di carbone, di uranio, a giacimenti petroliferi. Non crediate che l’energia solare e le energie rinnovabili in generale siano immuni da questa competizione. Le energie rinnovabili, a differenza di petrolio e carbone, hanno un’efficienza molto inferiore; per aumentarla, pannelli solari e pale eoliche, per non parlare delle batterie, devono essere prodotti utilizzando tecnologie innovative che richiedono l’utilizzo di elementi chimici dalle proprietà particolari, i cosiddetti ‘elementi delle terre rare’; per intenderci quelli che quando si studia chimica sono gli elementi chimici che si trovano separati, nelle due file in basso della ‘tavola periodica degli elementi di Mendeleev’. Come fa intuire il loro nome, non sono abbondanti in natura, sono presenti in tracce insieme ad altri minerali e in genere è molto dispendioso separarli e purificarli (sia in termini energetici che economici). Oltre a questo, attualmente si stima che circa il 95% di questi elementi sia presente in miniere controllate dalla Cina, un monopolio incredibile, che tutti i paesi del mondo stanno cercando di contrastare.

In ogni caso, a livello mondiale (a – a sinistra nella figura sotto) le energie rinnovabili (in giallo) insieme al gas (in verde scuro), avranno un forte incremento, mentre per persona (b – a destra nella figura) si prevede per il 2050 un incremento di circa il 40 % nell’utilizzo delle energie rinnovabili, ed una riduzione del 60% dell’uso del carbone.

BB

In ogni caso, la riduzione nelle emissioni di gas serra è fortemente legata ad una riduzione del consumo di energia, che significa anche e maggiore efficienza e riduzione dei consumi, e questo soprattutto, dipende da noi, in prima persona, e dallo stile di vita che decidiamo di seguire ogni giorno.