Sulla legge “Salva Milano”..

Articolo di Ottorino Pagani:

Le leggi dei Marchesi del Grillo

La proposta di Legge 1987 (denominata Salva Milano) avrebbe dovuto chiarire i dubbi sulla giurisprudenza di alcune operazioni di rigenerazione urbana nel comune di Milano, nel testo approvato dalla Camera dei deputati viene mantenuta invariata l’interpretazione autentica, indicando che: «l’approvazione preventiva di un piano particolareggiato o di lottizzazione convenzionata non è obbligatoria nei casi di edificazione di nuovi immobili su singoli lotti situati in ambiti edificati e urbanizzati, di sostituzione, previa demolizione, di edifici esistenti in ambiti edificati e urbanizzati e di interventi su edifici esistenti in ambiti edificati e urbanizzati». La sostanza è che la procedura speditiva, adottata dal Comune di Milano, viene blindata, sia per il passato che per il futuro. Inoltre, il comma tre spiega che «rientrano tra gli interventi di ristrutturazione edilizia» anche quelli che «presentino sagoma, prospetti, sedime e caratteristiche planivolumetriche, funzionali e tipologiche anche integralmente differenti da quelli originari».

Cioè si legifera che, oltre al condono gratuito delle operazioni già fatte, queste tipologie di intervento selvaggio si possono estendere a tutto il territorio nazionale senza controlli e verifiche degli standard qualitativi che dovrebbero tutelare i Cittadini e l’ambiente. Si conferma in questo modo il fallimento del sistema delle regole e un’ingiustizia nei confronti di quanti le hanno rispettate e dei cittadini che subiscono questo ulteriore fattore di disuguaglianza.

Le vicende giudiziarie milanesi sono la diretta conseguenza delle forzature compiute dai legislatori, nazionali e regionali, in merito alla definizione di “ristrutturazione edilizia”; forzature che hanno aperto un conflitto con l’interpretazione del termine “ristrutturazione” per la giurisprudenza prevalente. Il buon senso si immaginava …

Ricordando il sindaco Ambrogio Varisco

Con Ambrogio Varisco è scomparsa  anche la generazione dei sindaci della prima Repubblica. Dopo il sindaco socialista Mastella (1985-1993), il comunista Strada (1975-85) ora se n’è andato il democristiano Varisco (1971-1975).

Nato nel 1931 a Paderno Dugnano si era diplomato geometra nel 1951.Aveva iniziato la sua attività professionale presso gli studi milanesi Borgato e presso il “Design italiano” di Marco Romano e Bellini. Rientrato a Paderno nel 1959 lavorerà fino alla pensione presso l’Immobiliare padernese dei Villa.

Consigliere comunale dal 1970 al 1980. Sindaco dal maggio 1971 al giugno 1975. nella movimentata consigliatura che vide succedersi ben 4 giunte comunali.

Una legislatura caratterizzata dagli scontri dentro le correnti dc che trovarono una momentanea tregua indicando a sindaco l’outsider Ambrogio Varisco, di Cassina Amata. Ma Varisco si dimostrò capace e forte nella sua veste istituzionale. Le sue migliori opere le ha puntigliosamente rivendicate lui stesso in una serata, in Tilane, dedicata ai 150 anni della storia di Paderno Dugnano il 29 .11.2019. Difficile ricordarle tutte: l’esproprio del Palazzo Vismara e quello delle aree per le scuole del Villaggio e di Incirano. L’adozione di un piano casa di 167 e l’istituzione di un primo SMAL, Servizio di medicina preventiva del lavoro.

Gli anni’70 erano gli anni della strategia della tensione, dei problemi della salute in fabbrica (Tonolli), dell’emergere della questione “ Villaggio”, dello scontro per il divorzio e delle mobilitazioni della nascente sinistra extraparlamentare padernese.

Due, secondo me, le questioni più rilevanti che “segnarono” la sua legislatura. La prima fu la vicenda dell’urbanistica che portò all’approvazione definitiva, nel 1974, della Variante al PRG dei progettisti Ugo Ratti, Marco Romano e Gilberto Marziano. …

Le risorse dei rifiuti

Articolo di Ottorino Pagani.

Le risorse dei rifiuti

Nel settembre 2021, The European House – Ambrosetti, 1° Think Tank privato italiano, ha presentato i risultati del Position Paper “Da NIMBY a PIMBY: economia circolare come volano della transizione ecologica e sostenibile del Paese e dei suoi territori” realizzatoin collaborazione con A2ADi seguito riportiamo un’indicazione contenuta nello studio:

Prendendo in considerazione solo la FORSU (Frazione Organica del Rifiuto Solido Urbano) lo studio mostra come, per raggiungere l’obiettivo di riciclo effettivo del 65% al 2035 fissato dal Circular Economy Package, sia necessario raccogliere e trattare tutta la quantità prodotta. Ne discende la necessità di poter gestire questa tipologia di rifiuti recuperando materia (compost) ed energia (biogas) per ulteriori 3,2 milioni di tonnellate di FORSU – il 50% in più dei volumi attuali – e, di conseguenza, realizzare tra i 31 e i 38 nuovi impianti di trattamento, per un investimento complessivo di 1,1 – 1,3 miliardi di Euro. Alla luce dei gap attuali, l’80% delle opere dovrà, inoltre, essere localizzato al Centro-Sud del Paese.

Con lo sviluppo di infrastrutture dedicate al trattamento della FORSU è inoltre possibile abilitare una produzione di biometano fino a 768 milioni di m3 ottenuto dalla purificazione del biogas. Il biometano rappresenta un’importante componente per la decarbonizzazione su cui l’Italia ha un forte potenziale (circa 8 miliardi di m3 negli scenari di mercato, ovvero il 10% della domanda nazionale di gas) per cui occorrerebbe valorizzare anche lo sviluppo delle componenti agricole, agro-industriali, effluenti zootecnici e sottoprodotti di origine animale.

La realizzazione di impianti per il trattamento

Per Licia Pinelli..

Un ricordo di Licia Pinelli dal sito della “cittàdelnordmilano”.

I funerali si terranno oggi Venerdì 15 novembre alle 14.30 alla casa funeraria “San Siro” di via Corelli.

Lo hanno deciso le figlie Claudia e Silvia, preferendo non accettare l’offerta del Comune di Milano di celebrare i funerali alla Casa della Memoria.

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“E’ morta Licia Rognini Pinell, vedova dell’anarchico Giuseppe Pinelli, accusato ingiustamente della strage di Piazza Fontana. Era nata nel 1928 a Senigallia (Ancona) ma si era trasferita quando aveva due anni a Milano dove ha sempre vissuto. Lascia le due figlie Silvia e Claudia. Da quasi 60 anni alla ricerca della verità sulla morte di suo marito, Licia Pinelli era stata nominata nel 2015 commendatore al Merito della Repubblica da parte del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano che nel 2009, in occasione della Giornata della memoria delle vittime del terrorismo, la invitò al Quirinale con Gemma Capra, vedova del commissario Luigi Calabresi. 

Quest’anno, in occasione della Manifestazione del 12 dicembre a ricordo della strage di Piazza Fontana ed in occasione della morte del Partigiano Pino, l’ANPI milanese aveva deciso di consegnare a Licia la tessera ad Honorem.

“Purtroppo, la sua scomparsa impedirà questa nostra decisione. La Segreteria e l’ANPI tutta si stringono attorno alla famiglia in questo triste momento. Un forte abbraccio a Silvia e Claudia”, scrive il Presidente di ANPI provinciale Primo Minelli.

Licia Rognini e Giuseppe ‘Pino’ Pinelli si erano sposati nel 1955, dopo essersi conosciuti 3 anni prima a un corso di esperanto a Milano. Dopo la morte del marito la notte tra il 15 e il 16 dicembre del 1969, Licia Pinelli ha combattuto una …