Heidelberg Materials acquisisce “Cava Nord”

Dalla stampa apprendiamo che Heidelberg Materials Italia Calcestruzzi ha completato l’acquisizione del 100% del capitale sociale di Cava Nord, con sede a Paderno Dugnano (MB). Il trasferimento delle quote dagli attuali soci è stato perfezionato il 29 luglio. Così viene descritta l’operazione:

Cava Nord: una realtà storica nel settore estrattivo. Cava Nord S.r.l. è attiva nel settore estrattivo dagli anni Sessanta. Fondata su iniziativa di Luigi Tonelli, l’azienda ha sviluppato nel tempo la coltivazione della cava e le relative infrastrutture, tra cui un impianto di frantumazione e selezione degli aggregati e due impianti di betonaggio, uno dei quali attualmente locato a Heidelberg Materials Italia Calcestruzzi. L’impianto comprende anche una linea per la produzione di aggregati riciclati, alimentata da clienti dell’area milanese. Aggregati naturali e riciclati per il calcestruzzo: un impianto strategico per la filiera produttiva. Nel dettaglio, il complesso industriale è composto da:

  • un giacimento di cava autorizzato dalla Regione Lombardia
  • due impianti di betonaggio (di cui uno già in affitto a Heidelberg Materials Italia Calcestruzzi)
  • due impianti di frantumazione e selezione inerti di cava
  • un impianto di produzione aggregati riciclati
  • autorizzazione al conferimento di terre e rocce di scavo
  • autorizzazione al conferimento di demolizioni
  • fabbricati industriali e relativi terreni
  • impianto fotovoltaico.

L’attenzione al ripristino ambientale di Cava Nord. L’azienda si è distinta anche per l’attenzione al ripristino ambientale, contribuendo alla realizzazione e gestione del Parco Lago Nord, successivamente ceduto al Comune di Paderno Dugnano. Un progetto di ripristino molto apprezzato, che ha ricevuto riconoscimenti a livello europeo. Il valore strategico della nuova acquisizione di Heidelberg Materials Italia Calcestruzzi. L’operazione consente a Heidelberg Materials Italia Calcestruzzi …

24 comitati di Milano sull’urbanistica: “Sostegno ai pm, vogliamo la città più verde e giusta”

di F. Q. (dal Fatto Quotidiano del 1 agosto 2025)

L’appello ai milanesi dei comitati civici e ambientalisti: “Serve un reale cambiamento, che parta dall’ascolto e dal recupero della moralità dell’azione amministrativa”

Ai Milanesi che vogliono una città più verde e più giusta,

Noi, cittadine e i cittadini milanesi, uniti in vari comitati civici e ambientalisti, seguiamo con fiducia, attenzione e partecipazione gli sviluppi delle inchieste della Magistratura sui casi urbanistici.

Desideriamo ringraziare le cittadine e i cittadini che con i loro coraggiosi esposti (Hidden Garden, Residenze Lac ed altri) hanno alzato un velo sul “sistema Milano” e consentito l’avvio delle indagini.

Noi stessi nel corso degli anni abbiamo sempre segnalato e contrastato i progetti urbanistici lesivi dell’interesse pubblico, consumatori di suolo, generatori di ingiustizie sociali e ambientali.

Abbiamo manifestato, fatto appelli, convegni, turbato le sedute del Consiglio comunale, organizzato contro-week, siamo intervenuti nelle Commissioni comunali, nei Municipi e anche in audizioni alla Camera e al Senato.

Adesso è l’ora di appoggiare la Magistratura, appellandoci a tutti i cittadini milanesi perché ne sostengano l’operato e confidino che una città si possa progettare rimettendo al centro la qualità della vita e la giustizia sociale.

Noi ci impegniamo a proseguire nel lavoro di difesa di tutti i luoghi che ancora sopravvivono – dai boschi di via Falck, dell’Averla in Piazza d’Armi e della Goccia, allo Stadio di San Siro col parco dei Capitani – e di denuncia delle torri spuntate come funghi di fronte alle finestre di tanti residenti, togliendo loro la vista, lo spazio e la vivibilità.

Ci aspettiamo che tanti altri cittadine e cittadini si …

Fine del modello Milano

Milan office buildings – Italy

E’ da tempo che sottolineo i pericoli del cosidetto “modello Milano”.Sin dalle prime avvisaglie sull’uso improprio delle SCIA per giustificare operazioni immobiliari immotivate,dal punto di vista dell’interesse pubblico.

E già la Magistratura milanese aveva messo sotto osservazione alcune prassi e scelte “tecnico-amminstrative” al limite della norma, che erano costate le dimissioni dell’assessore alla Casa Bardelli. Ma Sala aveva rilanciato prima pretendendo una legge nazionale che non solo sanasse il passato di scelte (sbagliate) dei suoi uffici ma che addirittura con la “Salva Milano” mettese l’imprimatur sulla sua visione dell’urbanistica e delle leggi. Fallita quell’operazione (la legge è ferma alla Camera) si era convertito a modificare alcune normative ”interne”. Infatti in ottobre aveva annunciato  una stretta sull’urbanistica :”regole certe, zero discrezionalità, pianificazione pubblica chiara, dialogo con i quartieri, spinta all’housing sociale”. Forse non tutto era in regola ? La domanda non sembrava mal posta.

Ora, grazie o a causa della Magistratura, c’è l’implosione che determina la fine del modello Milano. Del presunto rito ambrosiano del fare tutto in fretta, senza badare troppo a regole e regolamenti. L’importante è che la città corra e cresca. Ma come è cresciuta Milano? Ognuno lo può vedere da sé.

Quanto è successo a Milano trova origine secondo Lucia Tozzi,(il Manifesto 17 luglio) “non nella corruzione.Questo sarà la Magistratura a verificarlo ma ”sarebe assurdo ridurre il fenomeno così violento a una questione morale”.Si tratta di una scelta politica,consapevole e ideologica,di matrice neoliberale e che è insita nell’assunto che le città e i territori tutti devono competere tra loro per strappare flussi di denaro e di persone, di investimenti e turisti

Malfunzionamento tecnico?

La Repubblica, 15 luglio 2025.

Michele Serra:

“Nel suo madornale, ostinato cozzo contro il giudizio del mondo, Israele deve avere perduto ogni residuo di saggezza se arriva ad attribuire ufficialmente a un “malfunzionamento tecnico” (testuale) l’ennesima strage di bambini. Questa volta in coda per fare provvista d’acqua, nella interminabile questua che è diventata la vita quotidiana dei palestinesi di Gaza.

Il cinismo odioso e controproducente di quella frasetta burocratica – malfunzionamento tecnico – raggela. Leva ogni illusione su possibili calmieri umanitari, o almeno umani, che mitighino l’ira cieca e sorda di una nazione che da assediata è diventata assediante, da prigioniera carceriera, e si è spinta già ben oltre ogni possibile applicazione del concetto di legittima difesa.

Illegittima offesa è sparare ai bambini, come ripetutamente è accaduto a Gaza: non era forse quella la differenza più volte reclamata per distinguersi da Hamas, il rispetto delle regole di ingaggio che la civilizzazione ha portato? Radere al suolo interi quartieri dove la gente abita, dorme, lavora, per snidare terroristi veri e presunti, sparare sulla gente costretta alla coda per fame e per sete, parlare apertamente di “trasferimento”, addirittura di “trasferimento volontario” per definire con un ridicolo eufemismo il progetto di deportazione di un popolo: come può Israele non rendersi conto che nessun fine può giustificare questi abominevoli mezzi?

Non è un calcolo esatto, e varia a seconda delle opinioni: ma non c’è dubbio che Israele abbia perduto, con la campagna di Gaza e la colonizzazione indecente della Cisgiordania, molto più dei chilometri quadrati guadagnati.”

Haiki+ acquisisce Ecobat Resources Italy.E quindi?

Una notizia del 2.7.2025 passata inosservata?

Di seguito il testo tratto dal comunicato stampa della Società Haiki+

“Haiki+ acquisisce Ecobat Resources Italy e diventa uno dei principali produttori di piombo riciclato in Italia.

Operazione da 22,9 milioni di euro sostenuta da SG Holding e BPER Banca. Rafforzata la filiera del riciclo delle batterie al piombo. Haiki+ S.p.A. ha completato l’acquisizione del 100% di Ecobat Resources Italy S.r.l., uno dei maggiori operatori italiani nel riciclo di batterie esauste al piombo e nella produzione di piombo secondario. L’operazione, del valore complessivo pari a 22,9 milioni di euro, segna un passo strategico nel percorso di crescita e integrazione verticale del gruppo.

Con questa acquisizione, Haiki+ diventa il primo gruppo italiano integrato nella produzione di piombo riciclato, gestendo l’intera filiera del recupero: dalla raccolta alla raffinazione del piombo e delle plastiche. L’obiettivo è rafforzare la competitività nazionale nel settore e trattenere valore industriale in Italia, riducendo la dipendenza dalle importazioni di materie prime.Le società acquisite e i risultati 2024
Ecobat Resources Italy, insieme alla controllata Politec S.r.l., costituisce un gruppo industriale con impianti a Paderno Dugnano (MI), Marcianise (CE) e Pieve di Cento (BO). Il gruppo è specializzato nella produzione di leghe di piombo da materiale riciclato e nella lavorazione di polimeri plastici destinati all’industria automotive.Il management industriale delle società acquisite garantisce continuità operativa, affiancato da figure manageriali e di governance nominate da Haiki+…”

Non abbiamo elementi per capire cosa significhi questo per il sito che si considera ancora produttivo di Paderno Dugnano, visto l’attuale PGT. Di certo questo “passaggio” merita un po’ di attenzione visto lo “stato della bonifica del sito” e la