#SAVE 194: L’interruzione della legge 194 è contro la libertà delle donne!

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Questa lettera è indirizzata alle donne che oggi siedono in Parlamento. Sono le più numerose della storia della nostra Repubblica, si trovano lì per il desiderio e la lotta delle donne che le hanno precedute. Noi vogliamo celebrare con loro i 40 anni della legge 194 sull’interruzione volontaria della gravidanza e l’autodeterminazione delle donne che ha dato alle donne il diritto di dire la prima e l’ultima parola sul proprio corpo.

Che oggi, a 40 anni dalla sua approvazione, è fortemente ostacolata.

Anche in Lombardia, in numerosi presidi ospedalieri è praticamente impossibile abortire perché tutto il personale è nei fatti obiettore.

I Consultori familiari sono drasticamente diminuiti e quelli funzionanti soffrono della forte carenza di personale a scapito della diminuzione e qualità dei servizi erogati; è aumentato invece il numero dei consultori privati – un terzo del totale nel 2017 – che però non erogano le prestazioni relative all’interruzione volontaria di gravidanza, realizzando così nei fatti una obiezione di struttura del tutto priva di fondamento giuridico ma coperta da una precisa volontà politica.

Negli Ospedali la situazione è altrettanto grave. Il 71,1% dei ginecologi lombardi è obiettore di coscienza, così come il 45,8% degli anestesisti e il 46% degli infermieri e operatori socio-sanitari. Di fatto la legge è inapplicata in intere strutture e le donne sono costrette a spostarsi in altre provincie per effettuare l’interruzione volontaria della gravidanza.

Dal 1978 gli aborti sono diminuiti, è un dato di fatto! E questo è lo spirito della legge: fare prevenzione, educare alla sessualità e combattere l’aborto clandestino.

Oggi però questo avviene con difficoltà: il sistema sanitario pubblico è definanziato, il servizio pubblico arretra e lascia donne, uomini e bambini soli di fronte alla complessità delle relazioni e della salute pubblica.

La Cgil e la Funzione Pubblica si stanno mobilitando per chiedere più risorse per la sanità pubblica e per i consultori e aggiungono: “ Chiediamo di ripensare la questione dell’obiezione di coscienza, non intervenendo sulla norma ma nelle pratiche concrete, anche contrattuali e di gestione aziendale degli enti ospedalieri, prima di tutto garantendo in ogni struttura pubblica e privata accreditata la dotazione organica necessaria a garantire l’applicazione della legge e l’esercizio individuale del diritto da parte delle donne. Si tratta cioè di costruire l’organizzazione necessaria a garantire il diritto, altrimenti il diritto resta sulla carta”.

Anche noi nel nostro piccolo non vogliamo dimenticare e vanificare le battaglie che abbiamo fatto per avere una legge che sancisca l’autodeterminazione della donne e ci schieriamo al fianco di tutti coloro che difendo la legge. E’ per questo che chiediamo di sottoscrivere la petizione on line #SAVE194 https://www.fare.progressi.org/petitions/le-donne-sono-qui

Dalla legge 194 non si può tornare indietro: “Insieme abbiamo salvato tante donne dalla morte e dalla vergogna della clandestinità. E’ per questa coscienza che non ci può fare paura l’oscena propaganda che si sta scatenando in questi giorni contro questa legge, che pretende di mostrare le donne come assassine. Ma l’amore delle donne per la vita lo testimoniano secoli di storia”.

L’amore delle donne significa anche LIBERTA’: essere libere di desiderare, di decidere da sé, per sé. “È la nostra libertà a fare paura” si sottolinea nella lettera. Violenze e femminicidi, purtroppo sempre all’ordine del giorno, trovano radice in questa paura maschile, di perdere potere, controllo.