Sotto la presidenza di Laurent Fabius, ministro degli affari esteri francese, si avvia alla conclusione a Parigi la ventunesima conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici.
Tra 79 Stati dell’Africa, Caraibi e Pacifico, gli USA e tutti gli Stati membri dell’Unione europea, pare ci sia identità di vedute sull’architettura generale del patto sul clima per proseguire gli impegni del Protocollo di Kyoto e ridurre le emissioni che causano il riscaldamento globale.
E dalla nuova bozza di accordo (riportata da Wired) si evince che i lavori procedono ma le cose importanti sono ancora tutte sul tavolo: differenziazione degli impegni per la riduzione delle emissioni tra paesi sviluppati e paesi in via di sviluppo, responsabilità passate, investimenti economici, una maggiore ambizione sugli obiettivi da raggiungere.
Interessante l’Education Day, voluto da Najat Vallaud-Belkacem, Ministro francese dell’Educazione nazionale, dell’Insegnamento superiore e della Ricerca, e da Ségolène Royal, Ministro dell’Ecologia, dello Sviluppo sostenibile e dell’Energia, nate la prima in Marocco e la seconda in Senegal e tra le poche donne presenti nelle folte delegazioni dei 196 paesi che aderiscono alla convenzione ONU sul clima, perché i cambiamenti climatici si combattono anche con l’educazione e la cultura e coinvolgendo, soprattutto anche se non solo, i giovani in prima linea.…