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Anatomia di una grande opera – la vera storia della brebemi

di Roberto Cuda, Damiano Di Simine, Andrea Di Stefano. In collaborazione con Legambiente

La direttissima Brescia-Bergamo-Milano, meglio nota come Brebemi, doveva essere la prima grande opera in completo autofinanziamento. A pochi mesi dall’inaugurazione, le previsioni sui flussi di traffico si rivelano clamorosamente sbagliate e di macchine ne passano poche. Ma lo Stato stanzia 320 milioni per evitare la chiusura e garantire profitti ai soci. L’inchiesta fa luce sui processi decisionali, sui personaggi, sugli intrecci, sui flussi di denaro e sulle vicende meno note che stanno dietro l’infrastruttura e che hanno attraversato politica, industria e finanza negli ultimi quindici anni.

Come il mega-progetto distrugge valore
di Andrea Di Stefano

Introduzione

1. Dagli esordi al raddoppio dei costi
2. A caccia di fondi
3. Il taglio del nastro e l’autostrada deserta
4. La cricca delle autostrade
5. Radiografia di un intreccio
6. E c’è ancora chi parla di ambiente
7. Tiriamo le somme

Intervista a Francesco Bettoni

Brebemi: una storia lombarda, una minaccia per il futuro del bel paese
di Damiano Di Simine

Profilo autori

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Grande Mondo Piccolo Pianeta – La prosperità entro i confini planetari

di Rockström Johan - illustrazioni di Mattias Klum - Edizioni Ambiente

È tempo di voltare pagina. Siamo nell’Antropocene, un’epoca in cui le azioni di sette miliardi di persone rischiano di destabilizzare i sistemi naturali della Terra, con conseguenze a cascata sulle società umane.

Scienza, immagini e racconto si intrecciano in Grande mondo, piccolo pianeta, che illustra le scoperte più recenti sulla necessità, la possibilità e le opportunità offerte da un nuovo paradigma di sviluppo, l’abbondanza nell’ambito dei confini planetari.

Johan Rockström e Mattias Klum respingono infatti l’idea che la crescita economica e lo sviluppo umano debbano avvenire a spese dell’ambiente. Al contrario, abbiamo un’opportunità straordinaria per entrare in un “Antropocene buono”.

Quello che serve è una trasformazione radicale dei modi di pensare.

Dobbiamo proteggere le bellezze rimaste sulla Terra, usando la sostenibilità globale per liberare l’innovazione e aumentare la resilienza: è questo il fulcro del nuovo modo di pensare alla crescita entro i limiti della Terra

SOMMARIO

Per il futuro di noi tutti

Prefazione

I nostri 10 messaggi chiave

Sezione 1   La grande sfida

1. A che punto siamo
2. I confini planetari
3. Sberloni pesanti
4. Il picco di ogni cosa

Sezione 2   Il grande cambiamento di mentalità

5. “Come fai a fare affari su un pianeta morto?”
6. Scatenare l’innovazione

Sezione 3   Soluzioni sostenibili

7. Ripensare la gestione
8. Una duplice strategia
9. Soluzioni dalla natura

Epilogo

Altre informazioni sulle immagini

Fonti

Ringraziamenti

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micromega 1/2016

l primo numero – in edicola dal 28 gennaio – è a suo modo «folle»: solo quattro autori su un tema così «fuori tempo»: i fondamenti stessi dell’essere a sinistra, il dilemma storico «rivoluzione o riforme», gli insegnamenti da trarre dagli esiti tragici e totalitari delle rivoluzioni del passato, il bilancio fallimentare delle socialdemocrazie, gli inediti movimenti sociali che stanno gemmando nuove forze politiche, l’indigenza di teoria che ne accompagna la nascita.

La prima parte del volume è uscito in Francia come vero e proprio libro. Edito dalla rivista mensile Philosophie magazine mette a confronto due dei più noti filosofi francesi, il neocomunista Alain Badiou e il liberaldemocratico Marcel Gauchet, che in questo dialogo si confrontano in maniera molto serrata.

Il saggio che segue, di Paolo Flores d’Arcais, affronta analiticamente e polemicamente sia il neocomunismo di Badiou che il riformismo di Gauchet: mentre il primo risulta improponibile «in re», poiché non fa i conti con alcuni nodi cruciali e irrisolvibili, alla lettera antinomici, dell’«ipotesi comunista» (anche nella sua versione marxiana), il secondo viene criticato per l’assenza della tematica partitocratica. Ancora diversa la prospettiva di Nancy Fraser, che coniuga un marxismo assai poco filologico con le istanze del femminismo e dell’ecologia.

Per festeggiare il trentennale a ogni numero saranno allegati due volumetti di reprint dei migliori testi degli autori «storici» della rivista. Con il primo numero: Andrea Camilleri e Nanni Moretti.

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Come promesso – Meri Gorni

di Meri Giorni - Corraini Edizioni

Meri ha raccolto ritratti fotografici di donne e di lettere. Ad ogni donna, diversa per età, nazionalità ed epoca, ha affiancato una lettera. Le lettere, scritte in diverse lingue e calligrafie, su carta intestata di hotel di tutto il mondo o quasi, raccontano le difficoltà del vivere di ciascuna (e in particolare le problematiche legate all’amore: le gelosie, i tradimenti, i disamori)

Meri ha immaginato che, lontano dalle loro città e dai loro affetti, le donne sentissero il bisogno di scrivere a un’amica e le piaceva l’idea di parlare di amicizia, amicizia femminile intesa come valore e non come consolazione.

Tutte le lettere, e qui sta il filo conduttore del libro, terminano con la frase: “Ti mando, come promesso, il mio ritratto”.

Questo libro offre più livelli di lettura ma riflette tuttavia anche un bisogno impellente, quello di intessere relazioni meno superficiali e forse la lettera ha la capacita di vivificare un rapporto.

La presentazione, iniziata come domande e risposte tra Meri Gorni e Angela Lombardi, è piacevolmente diventata una chiacchierata, stimolata anche dagli altri libri pubblicati dall’autrice e ha dato lo spunto per sfiorare argomenti molto interessanti.

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La democrazia degli altri – Amartya Sen

La democrazia degli altri - edzioni Oscar Mondadori

Le difficoltà incontrate dalla coalizione angloamericana nel secondo dopoguerra iracheno hanno portato alla ribalta il problema della possibilità di "esportare" forme di governo democratico, di matrice occidentale, in paesi che ne sono privi.

Inserendosi nell'acceso dibattito Amartya Sen, premio Nobel 1998 per l'economia, illustra in queste pagine l'esistenza di secolari tradizioni democratiche in paesi attualmente oppressi da regimi totalitari, e invita a non commettere un ulteriore peccato di "imperialismo culturale": l'appropriazione indebita dell'idea di democrazia.

Se essa è infatti, oltre che una forma di governo fondata sull'esercizio del diritto di voto, la libera e responsabile discussione pubblica dei temi politici che riguardano le collettività, allora se ne possono rintracciare le radici anche nella storia dell'India antica, dell'Africa, dell'Asia orientale e sudorientale.

Piuttosto, Amartya Sen ci suggerisce di esplorare e sviluppare quegli aspetti della democrazia che sono valori condivisi dalla storia dell'umanità intera.