Sono fortemente proccupato della direzione che sta prendendo la politica non solo in Italia, ma nell’intera Europa, e la mia preoccupazione non deve sembrare eccessiva se una signora dell’alta borghesia milanese ha preso carta e penna ed ha scritto al Corriere della Sera.
La vedova in questione è la moglie di Umberto Veronesi, Sultana Razon, ebrea, deportata nel campo di concentramento di Berger-Belsen, che ha lanciato l’allarme
”Oggi ho paura, ho paura
degli atteggiamenti arroganti e populisti di alcuni politici. I discorsi a voce alta con le mani appoggiate ai fianchi mi ricordano troppo i passati despoti…. Ho molto paura della piega che sta prendendo la politica italiana, vi prego fermateli!”.
Ecco la lettera pubblicata sul corriere della sera del 23 Giugno 2018:
Caro direttore,
mi chiamo Sultana Razon Veronesi, nata a Milano nell’agosto 1932. Sono di famiglia ebraica. Sono stata nei campi di concentramento e al confino dal 1941 al 1944 in Italia e dal 1944 al 1945 in un campo di concentramento tedesco a Bergen Belsen, dove morì Anna Frank e milioni di altre persone. Sono stata fidanzata e moglie del professor Umberto Veronesi per oltre 60 anni. Ho avuto 6 figli meravigliosi, tutti laureati in discipline importanti. Oggi ho paura, ho paura degli atteggiamenti arroganti e populisti di alcuni politici.
I discorsi a voce alta con le mani appoggiate ai fianchi mi ricordano troppo i passati despoti. Anche loro cominciarono ad arringare con motivazioni banali e ben accette dal popolo, poi piano piano riuscirono a convincere più giovani e anziani sulle buone motivazioni iniziali fino a giungere alla convinzione che occorresse compiere uno sterminio dei popoli diversi dalla pura razza ariana, come pure degli ammalati e degli handicappati per migliorare e ripulire la razza ariana e in particolare quella tedesca. Ho molta paura della piega che sta prendendo la politica italiana. Vi prego fermateli!