Di Gori, Zingaretti e altri

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La notizia di ieri è che “Gori torna a fare il sindaco di Bergamo”. Bene. Era il minimo che potesse e dovesse fare. Perché dico questo? Perché sono convinto che una persona non può e non deve chiedere fiducia ai cittadini affermando un impegno che il giorno dopo non conferma. Io non ho votato Gori anche per questo motivo. Ma è credibile che una persona che sta facendo il sindaco di una grande città (da due anni) si lanci in un candidatura a presidente della Regione abbandonando di fatto il suo impegno per la città che aveva il dovere di rappresentare?

Ma il sindaco di Bergamo (o il presidente della Regione Lazio) è un ruolo di responsabilità istituzionale o un luogo di potere e prestigio personale? E perché nessuno ha contestato loro questo semplice fatto di incoerenza? Non lo ha fatto la grande stampa e neppure i loro partiti che sono stati in silenzio. Eppure io credo che una parte dell’ insuccesso di Gori sia dovuto anche a questo. “ Se consideri i ruoli istituzionali come strumento di prestigio e potere personale non sei molto credibile“.

 Leggendo poi il suo intervento al Consiglio regionale vi ho letto un misto di ipocrisia e disinformazione, tipico di una certa classe politica di questi anni che forse non si rende conto neppure di quello che dice. Ne riporto solo alcuni stralci: “Ho preso la mia decisione: continuerò a fare il sindaco a Bergamo. Scelgo di stare dove credo di poter essere più utile. Ho assunto un impegno con i cittadini di Bergamo, che sento di dover onorare“. Ma perché allora ti sei candidato? Se venivi eletto presidente questo ragionamento non valeva?

“Ho voluto comunque entrare in Consiglio regionale, fino a pronunciare stamane il discorso di replica a quello del presidente Fontana, per rispetto nei confronti del milione e seicentomila elettori che mi hanno votato, a nome dei quali ho preso la parola. Ora posso tornare a Bergamo a tempo pieno“

Appunto più di un milione e seicentomila persone ti hanno dato la fiducia per cosa? Per avere in cambio un singolo intervento di dimissioni in Consiglio regionale? Ma costui si rende conto di quello che dice?

Infine “ringrazio tutti coloro che hanno partecipato, con impegno e con passione, alla mia avventura elettorale lombarda“.Adesso mi è chiaro era “la mia avventura elettorale lombarda”non una campagna elettorale di cittadini in cerca di  soluzioni ai problemi delle loro città  e delle persone in difficoltà. Era la mia avventura.Questo l’abitus mentale di molti dirigenti politici?

E poi ci si lamenta del distacco dei cittadini dalla politica  e qualcuno si meraviglia se il Pd è considerato establishment o difensore di ristrette elites?

Se già nel 1967, e con indimenticabili parole, Francesco Guccini denunciava in “Dio è morto” una politica che è solo far carriera,  mi chiedo  come fanno oggi a non rendersene  conto i vari Gori, Zingaretti e altri (di ogni partito) con i loro atteggiamenti disinvolti? Come possono, dopo aver chiesto la fiducia a migliaia di cittadini per una responsabilità istituzionale, dichiarare o fare esattamente un’altra cosa? Per mettere al centro solo il loro tornaconto personale: perché di questo si tratta.

E’ una manifestazione palese di casta? E’ lo sprezzo per il mandato ricevuto o il disprezzo per la fiducia dei cittadini? E’ certamente la mancanza di una sensibilità personale e politica che ammorba molta parte della classe dirigente dei partiti e che ha allontanato molti cittadini non solo dall’impegno ma anche dal voto.