Aree dismesse: quale futuro?

Home Notizie Aree dismesse: quale futuro?

Due grandi aree dismesse che interessano la nostra città sono in trasformazione.

La prima è quella dell’ex-Snia di Varedo che coinvolge una parte di Paderno Dugnano e di Limbiate. L’area di Palazzolo, oltre il canale Villoresi è interessata dalla costruzione di un’altra vasche di laminazione che non servirà a salvare Milano dalle esondazioni del Seveso e potrà diventare un’altra ferita nel nostro territorio. Secondo il settimanale Il Cittadino, che ha intervistato il sindaco Filippo Vergani, “Il masterplan della riconversione urbanistica della grande area di Varedo è già disponibile, il progetto definitivo sarà approvato nel giro di poche settimane. Poi ci vorrà almeno un decennio per vedere l’intero sito riqualificato. La destinazione sarà in gran parte ad aree verdi e pubbliche con l’abbattimento delle recinzioni sulla strada che conduce alla intersezione ferroviaria. Negozi, strutture di servizio, e persino una passeggiata commerciale e di street food ricavata dai capannoni che non saranno abbattuti e andranno a formare una innovativa offerta di vetrine ricavate dai vecchi edifici. Completeranno il tutto 2.200 metri di piste ciclabili e quasi 4 chilometri di nuove strade in grado di connettere Varedo alla Comasina, quindi a Palazzolo di Paderno Dugnano e Limbiate.” E Paderno Dugnano cosa ha detto al Comune di Varedo, nella conferenza dei servizi? Quali preoccupazioni e quali proposte ha avanzato?

La seconda area, in cambiamento è quella dell’ex Ecobat di Paderno Dugnano; la ex Tonolli, per intenderci. Qui la VGP avrebbe presentato un progetto al vaglio degli uffici comunali per realizzare un “parco logistico di 44 mila mq” per bonificare quindi l’area e per offrire alla città nuovi posti di lavoro e opere pubbliche attorno al polo industriale. Bene. Non sappiamo se il progetto oltre a tener conto della riqualificazione della tranvia Milano-Limbiate lasci anche adeguati spazi pubblici per un possibile un arrivo della Metropolitana Milanese e per la eventuale costruzione di adeguati parcheggi di interscambio.

Sembra tutto fatto e finito ma la partecipazione quando c’è stata? Non sarebbe utile coinvolgere i cittadini sui processi di trasformazione urbanistica in corso anche con una progettazione partecipata, pur nei limiti del momento Covid.?