E Legambiente?

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La pandemia ha cambiato e modificato la vita di tutti noi e anche quella delle organizzazioni politiche e del volontariato. E’ oggi più difficile riprendere una “normalità” anche partecipativa.

Le amministrazioni, ripiegate sull’emergenza e sull’aiuto alle famiglie e alle imprese in difficoltà, stentano a mettere in campo scelte coraggiose. Anzi le attività pubbliche sono in ritardo e in forte sofferenza. Se ne accorgono tutti i giorni i cittadini che hanno bisogno dei pubblici uffici. Inoltre la fine dei lockdown significa, per molti, tornare a “come prima”. Nessuna idea di innovazione e di trasformazione.

Eppure importanti scelte attendono il nostro territorio: la casa della salute e della sanità pubblica, la revisione del PGT, il parco dell’Acqua (pulita?), il tracciato della Metropolitana (studio di fattibilità), le mitigazioni ambientali della Rho-Monza, che non si vedono. La definzione del contenzioso del comparto Re3 oltre alle scelte di equità fiscale (tari e irpef) sempre rinviate.

In questo contesto segnalo due notizie.

La prima è l’attivismo del vicesindaco che civetta con il centrodestra e fa mostra di sè alle iniziative di Fratelli d’Italia e della Lega. Per chi lo conosce nulla di nuovo. Primi segnali di un riposizionamneto in vista delle prossime amministrative.

 L’altra è più sorprendente: il silenzio di Legambiente di Paderno Dugnano.

Non sappiamo i motivi per i quali Legambiente, di cui conosciamo il forte impegno di cura del territorio profuso negli ultimi anni che l’hanno resa un importante interlocutore per le politiche ambientali della comunità padernese, non abbia speso una parola e non abbia partecipato alla mobilitazione di giugno contro la Pedemontana; né abbia comunicato la sua posizione sul Parco dell’Acqua. E perché non abbia ancora preso posizione contro le vasche di laminazione del Seveso di Varedo-Paderno. Dopo aver partecipato alla mobilitazione contro le vasche di Bresso.