Il piano triennale delle opere pubbliche 2017-2018-2019 è l’ultimo atto programmatorio delle amministrazioni guidate dal sindaco Marco Alparone dal 2009 al 2019. Adottato il 13 Ottobre dalla Giunta, con atto n. 173, è ora sottoposto alle osservazioni dei cittadini fino al 13 Dicembre. Vi sono previsti fondi per 6.895.000 euro in tre anni.
Riassumendo in breve: per le opere stradali sono stati stanziati 2.510.000 euro per la manutenzione delle strade, della segnaletica, per la velostazione, per via Sant’Ambrogio e per i lavori della nuova stazione. Per il 2019 sono destinati 300.000 euro per la metrotranvia Milano–Seregno. Per l’edilizia scolastica, sono stati finanziati 1.520.000 così ripartiti: manutenzione degli immobili (390.000 euro); risanamento delle scuole Don Minzoni e Don Milani (450.000 euro); fognature per le scuole Don Minzoni, Fisogni e De Marchi (120.000 euro); riqualificazione degli spazi e scuole dell’infanzia (410.000 euro) e 150.000 euro per le palestre delle scuole primarie. Per l’edilizia pubblica sono stati finanziati 870.000 per la manutenzione straordinaria: 130.000 euro per l’efficientamento energetico del Centro Tilane e del Municipio e solo 270.000 euro verranno spesi per parchi e giardini pubblici.
Anche questo triennale conferma l’impostazione politico-amministrativa di questi anni: manutenzione ordinaria di strade e marciapiedi, attenzione alle scuole e progetti decisi da altri (Fnm, tranvia e Piani attuativi dei privati.). Possiamo con freddezza, e nessuna animosità, cominciare a verificare quanto è stato fatto e come si è evoluta la città in questo decennio. Avanziamo una prima impressione, ovviamente da verificare.
Al netto dell’ordinaria manutenzione, pur apprezzabile quest’anno con asfaltature in quantità dopo 10 anni, e di una certa attenzione alle scuole (questo sì) e ad altre iniziative sociali (feste, aido, cinema, lab-tilane..) poco si è mosso. Si è stoppata apparentemente la tassazione: in realtà l’irpef è aumentata al massimo, per lavoratori e pensionati. Buona la raccolta differenziata, con una piccola crescita. Per il resto poco o nulla.
Quello che non si è visto è stato il disegno, il profilo, il ruolo, l’anima della città.
Paderno Dugnano è scomparsa nell’area metropolitana. I progetti di rango metropolitano sono fermi (Parco del Nord Milano, sistema culturale integrato, piste ciclabili intercomunali, marketing territoriale..). Ora la città è più dormitorio di prima. Certo si è mantenuta discreta l’ossatura economico produttiva ed associativa; ma è sfibrata la resistenza partecipativa. I grandi temi della rigenerazione e riqualificazione urbana sono ancora tutti lì: (il centro di Palazzolo con il Palazzo Vismara, l’area della Breter di Calderara, i progetti per il Villaggio Ambrosiano e la ex scuola di via Tunisia; la riqualificazione dell’area del mercato di Dugnano..). La macchina comunale è cristallizzata (dirigenza, sportello polifunzionale.). Peggiorato il territorio e il PGT. Per fortuna sono fermi alcuni appetiti immobiliari per via dello stop edilizio. Fermi i servizi: le gestioni associate dei servizi sociali, culturali e tecnici…non sono state affrontate. I servizi sanitari (ex-Inam) delegati all’ATS o al privato. La vitalità (non la vita) democratica di quartieri, consulte e associazioni è assopita. L’identità locale smarrita: nessun impulso alla ricerca della storia locale. La sicurezza trascurata: nessun report sul fenomeno in questi anni. I programmi per le attività commerciali poco efficaci a fronte dell’ampliamento del Carrefour. Che altro? Affronteremo, in altro luogo e più puntualmente, i singoli aspetti delle attività amministrative di questi anni.
Intanto possiamo dire che nulla cambierà, anche nel prossimo triennio.