Orologio dell’Apocalisse: fissate le lancette per il 2022

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Articolo di Ottorino Pagani:

“Per il terzo anno consecutivo “l’orologio della coscienza”, che indica quanto resta prima dell’autodistruzione della specie umana, è fermo a 100 secondi alla mezzanotte. E da quando è stato costituito, 75 anni fa, indica il momento più vicino all’apocalisse di sempre. Di seguito la sintesi del comunicato stampa del 20 gennaio 2022:

Fondato nel 1945 da Albert Einstein e dagli scienziati dell’Università di Chicago che hanno contribuito a sviluppare le prime armi atomiche nel Progetto Manhattan, il Bulletin of the Atomic Scientists ha creato il Doomsday Clock due anni dopo. La mezzanotte è l’orario simbolico dell’Apocalisse e i 100 secondi rappresentano il conto alla rovescia per tale evento. È usato per trasmettere minacce all’umanità e al pianeta.

Il Doomsday Clock è fissato ogni anno dal Bulletin’s Science and Security Board, in collaborazione con il Board of Sponsors. All’interno di quest’ultima realtà sono presenti ben 11 premi Nobel. L’orologio è diventato un indicatore universalmente riconosciuto della vulnerabilità del mondo alla catastrofe causata dalle armi nucleari, dai cambiamenti climatici e dalle tecnologie dirompenti in altri settori….. la decisione non suggerisce in alcun modo che la situazione della sicurezza internazionale si sia stabilizzata. Al contrario, l’orologio rimane più vicino mai all’apocalisse che pone fine alla civiltà perché il mondo rimane bloccato in un momento estremamente pericoloso. L’orologio non è bloccato perché ci sono segnali positivi, ma è fermo a causa prove di azione o in questo caso inazione: i segnali di nuove corse agli armamenti sono evidenti.

Si sperava che l’anno appena passato avesse contribuito in qualche modo a invertire la rotta, ma non c’è stato nulla da fare…. Le continue minacce derivano: dalle armi nucleari e dai delicati equilibri geopolitici tra le potenze mondiali; dal cambiamento climatico con i risultati deludenti della COP26 e gli investimenti in corso ancora poco rispettosi nei confronti dell’ambiente, dall’uso dirompente di tecnologie senza adeguate regolamentazioni, da un’insufficiente risposta mondiale alla pandemia del Covid 19. Il tutto esasperato da una disinformazione dilagante che coltiva un pensiero antiscientifico e mina il processo decisionale razionale.”