DATA Center Bollate? No grazie..

Di seguito il comunicato stampa di Legambiente di Bollate del marzo 2025.

“Non ci fermiamo, anzi abbiamo trovato tanti motivi in più per mobilitarci”. È questa la convinzione di fondo che rimane dopo l’incontro pubblico che abbiamo organizzato, insieme ai Circoli Legambiente di Cormano, Novate e Paderno, venerdì 7 marzo scorso dal titolo: DATA CENTER A BOLLATE. COSA NON VA”. L’esperto scientifico di Legambiente Lombardia, Damiano Di Simine, presente all’incontro, ha ben inquadrato il problema ambientale che la realizzazione di un Data center nell’area individuata dall’Amministrazione cittadina porta con sé. Ricordiamo che la stessa area verde quasi una decina d’anni fa fu interessata da un progetto di centro commerciale poi, per fortuna, naufragato. Anche allora il dibattito pubblico contribuì a complicare l’iter di quella proposta urbanistica. Ad oggi è in corso la procedura conclusiva amministrativa per la variante di piano che renderà possibile l’insediamento del Data center, ma siamo ancora in tempo a fermare quello che si prospetta come uno scempio ambientale! Per varie ragioni. Eccole:

  • ridimensionamento di un varco ecologico importantee di un’area utile a mitigare l’inquinamento prodotto dall’A52.
  • ulteriore consumo di suolo; un’altra area verde sarà sacrificata, in un contesto nel quale Bollate è cementificata già al 38%, uno dei tassi più alti della Lombardia. È vero che da 40 anni quest’area ha una destinazione urbanistica commerciale artigianale a cui finora è miracolosamente scampata. Ma oggi, a maggior ragione con la sopraggiunta esigenza di mitigare gli impatti della nuova arteria autostradale, è urgente rivedere quella previsione superata, anziché attuarla;
  • consumo energetico potente(si prevede un consumo di energia del Data center equivalente a quello dell’intera città di Bollate);
  • gruppi di continuitàche devono essere testati ogni giorno e che prevedono emissioni inquinanti (probabilmente saranno alimentati a gasolio);
  • effetto isola di calorecon prevedibili effetti di disagio termico causati anche dai grandi sistemi di condizionamento;
  • il cavidotto interrato che attraverserà Bollate per circa 7 kilometri trasporta una potenza energetica non indifferente (220 mila volt) con rischio elettromagnetico da non sottovalutare e con vincoli e servitù destinati a gravare sulle aree sovrastanti (per esempio, sarà impossibile piantare alberi per un’ampia fascia lungo l’intero tracciato);
  • sembra che il Data center sarà raffreddato ad aria(rischio rumore continuo 24 ore su 24 e impossibilità di recupero di calore che invece avrebbe potuto alimentare una rete locale di teleriscaldamento);
  • persiste incognita sulla modalità di collegamento alla rete informatica.

Il progetto del Data center si inserisce in un contesto cittadino già segnato da altri problemi ambientali pesanti, collocato vicino ad abitazioni e a una scuola del quartiere. L’ATS di Città Metropolitana nel suo documento per la VAS ha già presentato osservazioni ed attenzioni che riguardano limpatto problematico del Data center sull’ambiente e sulla qualità della vita dei cittadini residenti in zona.
Tutto questo ci spinge a non desistere e a percorrere le strade istituzionali (non escludiamo il ricorso al TAR) e la mobilitazione dei cittadini per fermare un progetto negativo per Bollate.

Damiano Di Simine, esperto scientifico di Legambiente Lombardia sottolinea: “Ancora una volta, perfino in un territorio di grande congestione urbanistica qual è quello della prima cintura metropolitana, si sceglie di occupare una delle poche aree verdi superstite per realizzare importanti opere che invece potrebbero meglio localizzarsi su aree dismesse contribuendo così all’azione di risanamento del territorio: non può passare inosservato il fatto che in zona esistono aree dismesse che da decenni sono in attesa di un intervento risolutivo di bonifica. Si devastano preziose aree agricole e si lasciano al loro destino le aree degradate, in un chiaro quadro di assenza di regia metropolitana delle trasformazioni territoriali”.

Commento di Ottorino Pagani:

La criticità ambientale, evidenziata anche dalla Commissione Europea, è ben documentata nel post del 2019 di Legambiente – Circolo di Paderno Dugnano:

Sulla scorta di queste evidenze mi sembra necessaria una presa di posizione della “politica” e delle istituzioni preposte, a iniziare dal nostro Comune, a supporto delle iniziative di Legambiente,  coinvolgendo ancora la Commissione Europea.”