
Articolo di Ottorino Pagani:
“In occasione della “Giornata Mondiale del Suolo”, lo scorso 5 dicembre, il WWF ha richiamato l’attenzione sul degrado ambientale delle sponde e delle aree lungo i fiumi e sulla necessità di un’azione immediata per riportare i fiumi europei al loro stato naturale. Nel report “WWF Rivers2Restore” si evidenzia:
“Stiamo rendendo il nostro territorio fluviale sempre più fragile ed esposto agli eventi estremi e gli interventi finora adottati vanno in senso contrario a quanto indicato dal Regolamento europeo sul Ripristino della Natura (Nature Restoration Law) che impone agli Stati membri di riqualificare almeno 25.000 km di fiumi europei entro il 2030. Questo rappresenterebbe un’importante inversione di tendenza verso il ripristino, la rinaturazione e la rivitalizzazione delle nostre acque.
Se i fiumi vengono liberati e si permette loro di seguire il corso naturale, è possibile limitare gli effetti degli eventi climatici disastrosi come inondazioni e la siccità: questi habitat, infatti, sono capaci di assorbire l’acqua in eccesso durante i periodi di piogge abbondanti. Possono inoltre reintegrare le acque sotterranee attraverso un lento rilascio durante i periodi di siccità. Mitigare l’impatto degli eventi estremi causati dal cambiamento climatico è essenziale per tutelare maggiormente vite umane e limitare i costi per la ricostruzione.”
La legge europea per il ripristino della natura rafforza la recente decisione del Consiglio Regionale Lombardo per la creazione del Parco fluviale del fiume Seveso che coinvolge anche il nostro Comune, e mi auguro che questo Parco possa rientrare tra i 25.000 km di fiumi da riqualificare entro il 2030. Considerando i tempi, il progetto dovrebbe impegnare l’agenda dell’attuale amministrazione in carica fino al 2029, e per questo motivo, dovrebbe essere recepito nella “Variante generale al Piano di Governo del Territorio” in itinere, iniziando dalla regola:
“ L’Art. 142, comma 1, lett. c), d. lgs. n. 42/2004 afferma che sono di interesse paesaggistico i fiumi, i torrenti, i corsi d’acqua iscritti negli elenchi previsti dal testo unico delle disposizioni di legge sulle acque ed impianti elettrici, approvato con regio decreto 11 dicembre 1933, n. 1775, e le relative sponde o piedi degli argini per una fascia di 150 metri ciascuna. Entro la fascia di rispetto di 150 metri opera un vincolo di inedificabilità assoluta, posto a protezione del corso dell’acqua e funzionalizzato proprio ad evitare costruzioni in tale area particolarmente vulnerabile sotto il profilo paesaggistico”.