Questa la notizia dal Corriere della Sera del 28 febbraio: ” Un senzatetto di 47 anni, Massimiliano R., conosciuto come «il Max», originario di Paderno Dugnano, è morto martedì mattina a Milano, a seguito di un attacco cardiaco, nella zona della stazione Centrale. Inutile l’intervento dei medici del 118 che hanno tentato di rianimarlo. Secondo le prime informazioni l’uomo è stato soccorso in via Vittor Pisani poco dopo le 8. Aveva più volte rifiutato il ricovero nelle strutture del Comune.
Nel capoluogo lombardo durante la notte la temperatura è scesa svariati gradi sotto lo zero. L’ipotesi prevalente è che sia morto per le conseguenze del gelo. Prima di diventare clochard, Max aveva avuto una storia normale, con una moglie e un lavoro di discreto successo. «Faceva lo chef, e aveva lavorato in alberghi e ristoranti, anche di lusso – racconta Marco, un senzatetto che frequenta la piazza antistante la stazione -. E guadagnava anche bene. Poi ha avuto problemi nel matrimonio, ha cominciato ad andare in depressione, poi a bere, e via così ha perso il lavoro e poi ha cominciato la vita di strada”.
Non sappiamo chi era Max, ma ciò nonostante la notizia colpisce. Ci chiediamo quanta povertà esista intormo a noi e che non vediamo. Anche a Paderno Dugnano. Noi non conoscevamo Max ma si spera che i servizi sociali lo conoscessero. O che almeno conoscano lo stato reale della povertà nella nostra città: anche della povertà “estrema”.
Quanti senza fissa dimora ci sono? Quanti “domicili di soccorso” hanno rilasciato i servizi demografici per permettere ai cittadini indigenti di avere un recapito, un codice fiscale e una carta del servizi sanitario pubblico? Quante famiglie sotto la soglia di povertà stimano i servizi?
Quanti cittadini hanno richiesto nel 2017 la SIA? E quanti quest’ anno hanno richiesto la REI? Quante famiglie sono in lista d’attesa per una casa di edilizia residenziale pubblica? Quanti godono di un pasto a domicilio o di un pasto gratuito? Quante famiglie hanno richiesto nel 2017 un contributo economico per indigenza?
Sono solo alcune delle domande che la politica si deve fare per capire lo stato di sofferenza di una parte dei nostri cittadini. E per prepararsi ad approntare le giuste risposte.