Le parole sono pietre (Carlo Levi)

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Questo blog è nato dall’idea di un gruppo di persone che “sentono la necessità di condividere analisi, storie, opinioni o anche solo riportare notizie sulla propria città”, senza alcuna velleità giornalistica.  Solo uno strumento di informazione e divulgazione locale. Ciò nonostante ci rendiamo conto che ogni giorno che usiamo le “parole, soprattutto quando lo facciamo con la frenesia dettata dal sentimento o peggio dalla fretta  presi come siamo dalle tante incombenze quotidiane, spesso non ci ricordiamo che quelle parole possono essere dure, “pesare” e anche fare male.

Come ammonisce il proverbio “ne ferisce più la parola che la spada” bisogna fare attenzione nel maneggiarle. Quindi il monito è rivolto anche noi, pur semplici divulgatori, quando scrivendo accediamo al mondo della rete alla quale tutti possono accedere. La parola scritta sul web assume una dimensione e un responsabilità più grande.    “Maneggiare con cura”o meglio maneggiare con grande responsabilità. Per questo ho letto con attenzione il Manifesto di Assisi e lo riporto volentieri a uso di coloro che non lo avessero letto. Ne ha parlato Vincenzo Vita sul quotidiano Il Manifesto (4.10.2017) in un articolo dal titolo:”Ad Assisi i nuovi conflitti nell’infosfera”. Ecco alcuni stralci del suo articolo e i dieci comandamenti del Manifesto:

“Una due giorni bellissima, quella promossa ad Assisi gli scorsi 29 e 30 settembre dall’associazione Articolo21 e dalla Rivista San Francesco su: «Muri mediatici, industria dell’odio, buone pratiche per contrastarli». È stato approvato un Manifesto di dieci punti, i comandamenti laici della corretta informazione.

  1. Non scrivere degli altri quello che non vorresti fosse scritto di te.
  2. Non temere le rettifiche.
  3. Dai voce ai più deboli.
  4. Impara a «dare i numeri».
  5. Le parole sono pietre, usale per costruire ponti.
  6. Diventa «scorta mediatica» della verità.
  7. Non pensare di essere il centro del mondo.
  8. Il Web è un bene prezioso. Sfruttalo in modo corretto.
  9. Connettiti con le persone.
  10. Porta il messaggio nelle nuove piazze digitali.

“Alcune categorie evocate sono davvero il cuore della democrazia mediale: parlare sulla base di dati precisi ed accertati, l’obbligo della verità e dell’etica come tratto saliente del lavoro giornalistico; l’utilizzo intelligente delle potenzialità enormi della Rete.              Come sottolinea Alessandro Dal Lago (2017) «…come mai è avvenuto nella storia, la rete è la patria delle fake news, delle pseudo-verità, delle bufale, dei luoghi comuni e degli stereotipi divenuti fatti indubitabili- oltre che delle paranoie più varie…».                           Servono culture adeguate al tempo digitale, veri e propri gruppi dirigenti intellettuali che si cimentino nel nuovo scenario del conflitto: l’infosfera, vale a dire la sintassi digitale del mondo.”