Questo blog è nato dall’idea di un gruppo di persone che “sentono la necessità di condividere analisi, storie, opinioni o anche solo riportare notizie sulla propria città”, senza alcuna velleità giornalistica. Solo uno strumento di informazione e divulgazione locale. Ciò nonostante ci rendiamo conto che ogni giorno che usiamo le “parole, soprattutto quando lo facciamo con la frenesia dettata dal sentimento o peggio dalla fretta presi come siamo dalle tante incombenze quotidiane, spesso non ci ricordiamo che quelle parole possono essere dure, “pesare” e anche fare male.
Come ammonisce il proverbio “ne ferisce più la parola che la spada” bisogna fare attenzione nel maneggiarle. Quindi il monito è rivolto anche noi, pur semplici divulgatori, quando scrivendo accediamo al mondo della rete alla quale tutti possono accedere. La parola scritta sul web assume una dimensione e un responsabilità più grande. “Maneggiare con cura”o meglio maneggiare con grande responsabilità. Per questo ho letto con attenzione il Manifesto di Assisi e lo riporto volentieri a uso di coloro che non lo avessero letto. Ne ha parlato Vincenzo Vita sul quotidiano Il Manifesto (4.10.2017) in un articolo dal titolo:”Ad Assisi i nuovi conflitti nell’infosfera”. Ecco alcuni stralci del suo articolo e i dieci comandamenti del Manifesto:
“Una due giorni bellissima, quella promossa ad Assisi gli scorsi 29 e 30 settembre dall’associazione Articolo21 e dalla Rivista San Francesco su: «Muri mediatici, industria dell’odio, buone pratiche per contrastarli». È stato approvato un Manifesto di dieci punti, i comandamenti laici della corretta informazione.
- Non scrivere degli altri quello che non vorresti fosse scritto di te.
- Non temere le rettifiche.
- Dai voce ai più deboli.
- Impara a «dare i numeri».
- Le parole sono pietre, usale per costruire ponti.
- Diventa «scorta mediatica» della verità.
- Non pensare di essere il centro del mondo.
- Il Web è un bene prezioso. Sfruttalo in modo corretto.
- Connettiti con le persone.
- Porta il messaggio nelle nuove piazze digitali.
“Alcune categorie evocate sono davvero il cuore della democrazia mediale: parlare sulla base di dati precisi ed accertati, l’obbligo della verità e dell’etica come tratto saliente del lavoro giornalistico; l’utilizzo intelligente delle potenzialità enormi della Rete. Come sottolinea Alessandro Dal Lago (2017) «…come mai è avvenuto nella storia, la rete è la patria delle fake news, delle pseudo-verità, delle bufale, dei luoghi comuni e degli stereotipi divenuti fatti indubitabili- oltre che delle paranoie più varie…». Servono culture adeguate al tempo digitale, veri e propri gruppi dirigenti intellettuali che si cimentino nel nuovo scenario del conflitto: l’infosfera, vale a dire la sintassi digitale del mondo.”