
Articolo di Ottorino Pagani.
“Il Parlamento Europeo ha approvato un testo di Direttiva sulla Qualità dell’Aria Ambiente che prevede un significativo abbassamento dei limiti per gli inquinanti entro il 2035.
I parlamentari, riuniti il 13 settembre a Strasburgo, hanno accolto la proposta di emendamento – che pur ritardando di cinque anni il termine adottato dalla risoluzione della Commissione Ambiente a giugno – prevede l’entrata in vigore dei limiti per gli inquinanti stabiliti dalle Linee Guida sulla qualità dell’aria dell’OMS al 2035. Una delibera che si pone nell’ambito della negoziazione volta a riformare la Direttiva sulla Qualità dell’Aria Ambiente oggi vigente, ormai lontana anni luce dall’evidenza scientifica emersa nell’ultimo decennio circa il danno causato dall’inquinamento atmosferico alla salute umana, e che riconosce il diritto dei cittadini di rivolgersi ai Tribunali al fine di ottenere la protezione del loro diritto di respirare aria pulita laddove le autorità a ciò delegate non adempiano agli obblighi ad esse demandati oltre che il diritto di essere risarciti ove il loro diritto sia stato violato.”
Gli Ordini dei Medici Italiani (Fnomceo) ha approvato una mozione che sostiene l’applicazione di questa Direttiva, di seguito riportiamo uno stralcio: “Oltre 50mila l’anno: tante sono, in Italia, secondo l’European Enviromental Agency, le morti premature dovute all’inquinamento atmosferico. A partire da tale dato sono indilazionabili gli interventi a tutela della sostenibilità ambientale proposti dalla Commissione europea e auspica che le scelte della politica sappiano svilupparsi in decisioni di ampio respiro che consentano al nostro paese una reale prospettiva di salute, benessere ed equità…..
In Italia l’area della Pianura padana è quella che presenta le maggiori problematiche. Del fatto sono sicuramente responsabili le condizioni meteorologiche e geografiche, ma studi recenti condotti nell’ambito del progetto Life-PrepAIR individuano tra l’altro fattori responsabili dell’inquinamento da polveri sottili nell’area in questione: la combustione di combustibili fossili per riscaldamento, il trasporto stradale (con emissioni di ossidi di Azoto, precursori di particolato), l’agricoltura e gli allevamenti intensivi (emissioni di ammoniaca, precursori di particolato). A questi è da aggiungere il contributo degli impianti industriali alimentati con combustibili fossili… Gli interventi in tali settori risultano dunque imprescindibili. Questi interventi non sono una minaccia per l’economia e l’industria. Senza voler entrare nel merito di come adeguare gli interventi alle specifiche realtà locali, il risultato di un rinvio o di un’inazione è evidente e purtroppo già verificato nelle sue drammatiche conseguenze. Il Consiglio Nazionale della Fnomceo ritiene che la flessibilità delle regole, condizionata solo da esigenze economiche del breve periodo, aggravi il danno per la salute dei cittadini in termini di malattia e di morte, acuisca la crisi del clima e gli eventi estremi che ne derivano, aumenti in modo insostenibile i costi sanitari (pandemie comprese) e i danni conseguenti agli eventi estremi (alluvioni, siccità, frane, ecc…), compromettendo alla fine le reali prospettive di sviluppo”.
In questo contesto il Piano Aria Clima della Città Metropolitana di Milano non è più procrastinabile e i nuovi Piani di Governo del Territorio dei comuni metropolitani dovranno essere orientati al raggiungimento degli obiettivi fissati dalla Direttiva Europea.