Verso una primavera referendaria

Un guasto tecnico mi ha impedito di commentare, la settimana scorsa, tre fatti importanti.

In una settimana ci sono stati tre sonori schiaffi al governo, e a Salvini in particolare. Il si della Cassazione che ha ammesso il Referendum contro l’autonomia differenziata di Calderoli, il TAR del Lazio che ha boccia la precettazione dello sciopero di venerdì 13 dicembre e la manifestazione nazionale a Roma di sabato contro il DDL Sicurezza.

“Con il il sì definitivo della Consulta, quella del 2025 sarà una primavera referendaria”.

Nel dettaglio, è arrivato il via libera ai 4 quesiti promossi dalla Cgil che riguardano l’abrogazione dei licenziamenti illegittimi (Jobs act), le norme sui contratti a termine, i licenziamenti nelle piccole imprese che erano già prive di articolo 18, oltre a quelle sugli infortuni nel caso di subappalti.

Disco verde anche al referendum che chiede il dimezzamento «da 10 a 5 anni dei tempi di residenza legale in Italia dello straniero maggiorenne extracomunitario per la richiesta di concessione della cittadinanza italiana», fortemente sponsorizzato da +Europa e giunto al traguardo delle 500mile firme lo scorso settembre, a sorpresa, grazie alla mobilitazione in rete della società civile. «Con il via libera della Cassazione ai sei quesiti referendari si apre una grande opportunità per il Paese», dice Maurizio Landini.