A volte la ragione prevale. Lo sussurro a Carlo Arcari che ci sta sorridendo da qualche nuvola a noi, poveri tapini indaffarati in piccole ambasce. Ma stamattina al Villaggio Ambrosiano, nel notare la ” mobilitazione” di una Associazione del Quartiere Villaggio e di alcuni commercianti per la pensilina del Tram che si vuole far tornare a nuova vita, non ho potuto non ripensare a lui. Il tram Milano-Limbiate è oggi importante per il suo collegamento con la MM gialla e quindi con le linee di trasporto pubblico di tutto…il mondo. La pensilina è quindi il simbolo dei nuovi collegamenti che oggi sembrano “poveri” ma domani chissà. Può essere anche una traccia, un suggerimento, per il prolungamento della “gialla” fino al Villaggio stesso.
Questo simboleggia la pensilina: la volontà di voler sopravvivere e di essere ancora utile; certamente ai tanti immigrati e studenti che usano il tram per andare Milano, in tutte le direzioni. A queste persone che si stanno organizzando va il nostro sostegno e allora non posso non ricordare gli articoli che Carlo scrisse nel 2013 sul suo blog Padernoforum. Rileggendo i suoi due articoli (in coda) troveremo anche delle indicazioni di merito “per la salvaguardia” di questo segno di archeologia industriale padernese. “Un oggetto essenziale nelle forme che esprimono solo la sua funzione con la forza tipica del design “moderno”. Per questo aggiungo: bene la raccolta di firme, bene la raccolta di fondi ma l’Amministrazione Comunale metta almeno a disposizione le competenze per un restauro conservativo degno di questo nome.
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Padernoforum del 22 agosto 2013
Ma di chi è la vecchia pensilina del tram della Comasina?
Di nessuno e pertanto nessuno se ne occupa. E’ quanto si evince dalla risposta fornita a fine luglio dagli Uffici Comunali all’interrogazione presentata dal consigliere Colnago (PD) che segnalava il degrado e il potenziale pericolo per gli utenti rappresentato dalla vecchia pensilina che versa in precarie condizioni alla fermata della metrotranvia Mi-Limbiate al Villaggio Ambrosiano.
Carola Colnago aveva chiesto al Comune di intervenire per rimettere in sicurezza e restituire decoro alla vecchia pensilina ma l’amministrazione padernese, per bocca del dirigente Rossetti, ha risposto in sintesi che il problema non era di sua competenza dal momento che la struttura non era mai stata di sua proprietà. Secondo gli uffici comunali la pensilina è stata costruita dalla Tonolli circa 60 anni fa e insiste su un terreno della fabbrica oggi proprietà della Eco-Bat.
Il Comune ha contattato ATM, concessionaria del servizio di trasporto per chiedere alla società di farsi carico della sua rimozione, dal momento che non esistono – secondo gli uffici – problemi di pericolo che giustificherebbero un intervento di demolizione d’urgenza. L’ATM però non ha risposto e il Comune nella sua nota al consigliere Colnago conferma l’intenzione di riproporre a breve alla ATM di procedere all’abbattimento della pensilina.
Insomma, secondo l’amministrazione, la vecchia struttura di servizio ai pendolari della linea tranviaria Milano-Limbiate, riparo da pioggia e sole, non è considerata più utile e il suo degrado consiglia la rimozione. Però non si capisce chi dovrebbe provvedere dal momento che chi l’ha costruita non ne c’è più e chi la utilizza (ATM) la disconosce, mentre l’organo amministrativo territoriale se ne lava le mani dichiarandola “inutile”.
Ma è davvero così, cioè è davvero “inutile” per i pendolari che si riparano sotto la tettoia dal maltempo o dall’insolazione e attendono seduti sulla sua panchina l’arrivo del tram? Prima di affermarlo non sarebbe il caso di chiedere anche il loro parere dal momento che ne sono utenti e cittadini di Paderno Dugnano?
Padernoforum del 9 giugno 2013
Archeologia industriale: la pensilina del tram della Comasina
Sono pochissimi gli edifici e gli arredi urbani di Paderno Dugnano che attirano la mia attenzione per la loro indubbia valenza artistica. Uno di questi è la vecchia pensilina del tram della Comasina al Villaggio Ambrosiano, una costruzione di lamiera metallica, rugginosa e dall’aria cadente che ha però il fascino indiscutibile di un autentico reperto vivente di archeologia industriale.
Si presenta come uno schiacciato rettangolo lungo una quindicina di metri e largo tre. La tettoia in lamiera è sostenuta da pali metallici e ospita solo cinque panche affiancate, a formare un lungo sedile, quelle curvilinee fatte di solide listelle verniciate di verde “Atm”. Un oggetto essenziale nelle forme che esprimono solo la sua funzione con la forza tipica del design “moderno”.
Due blog cittadini ne denunciano il degrado e chiedono al Comune di intervenire. Mi associo, ma pretendo che il restauro necessario della sua struttura sia ridotto all’essenziale al solo fine di garantire la sicurezza dei pendolari che la usano per ripararsi dalla pioggia e dal sole estivo. Che non si azzardino a riverniciarla di qualche colore incongruo che non sia l’originale. Sarò uno snob, ma confesso che a me piacerebbe conservarla così, con la sua affascinante patina rugginosa conquistata in lunghi anni di onorato servizio pubblico.
