Ricevo e pubblico volentieri l’opinione di Ottorino Pagani relativa al cosiddetto “Decreto dignità”approvato dal consiglio dei ministri settimana scorsa. Eccolo:
“Mi riferisco al fatto che nella versione finale del primo Decreto del Ministro Di Maio non ci sarà alcun provvedimento per i lavoratori della “gig economy” come annunciato con tutte le “trombe mediatiche” dallo stesso Ministro nei giorni scorsi, cioè siamo nel perfetto stile di “casa Lega”, alcuni esempi:
- “Riporteremo l’Alfa Romeo a Arese”: l’Alfa è ancora di FCA che da Torino si è trasferita in America e lo storico stabilimento Alfa di Arese si è trasformato in un mega Centro Commerciale, prossimamente con pista da sci indoor incorporata;
- “No al consumo del suolo dei nostri padri Lombardi”: la Legge Regionale Lombarda n. 31, fatta dal Centrodestra con la Lega, rimanda il tema al 2050 e ha fagocitato i palazzinari a cementificare subito tutti gli spazi disponibili, compreso i campi da tennis;
- etc, etc, etc;
E la “dignità residua” del Decreto (alcune norme per: limitare il lavoro precario, le delocalizzazioni industriali e la ludopatia) è stata boicottata dal Ministro Salvini che non ha partecipato al Consiglio dei Ministri che ha approvato il Decreto.
Nel post precedente ( del 22 giugno) su questo tema ho indicato i pregi del testo della bozza circolato al Ministero ,evidenziando l’assenza di alcuni interlocutori al tavolo di lavoro e segnalando che, nel frattempo, la Regione Lazio ( Governatore Zingaretti ) ha presentato la bozza di una Legge Regionale sullo stesso tema , cioè tutelare i diritti del lavoro tramite piattaforme digitali, riferendosi in particolare ai contratti precari dei fattorini per le consegne del cibo a domicilio.
Il buon giorno si vede dal mattino: quindi non mi sembra il caso di aspettare il prossimo squillo di trombe del Ministro Di Maio sulla “Dignità dei rider”, anche considerando che i suoi principali interlocutori sono le aziende multinazionali proprietarie delle piattaforme digitali, cioè le stesse aziende che hanno tolto la dignità a questi lavoratori.
I “Lombardi di buona volontà” potrebbero: analizzare le bozze circolate, discutere con gli interlocutori veramente coinvolti, considerare la possibilità che si possono realizzare piattaforme territoriali gestite da lavoratori e ristoratori, e proporre una Legge Regionale di iniziativa popolare. Difficilmente sarà approvata dal governo Leghista della Regione Lombardia, ma è un modo concreto per discutere e aggregare persone su un tema dirimente per i diritti sociali; è anche un modo per superare “chiacchiere e propaganda di distrazione di massa” che sono, a mio avviso, il vero nerbo delle politiche di destra, che restano tali anche se adottate da chi dice di schierarsi a “sinistra” “.