Energia  & Digitale

Articolo di Ottorino Pagani:

“Un paio di notizie recenti su cui riflettere:

  • La figura sopra-riportata segnala la continua crescita dei consumi energetici delle multinazionali “digitali” Google e Microsoft che prevedono di incrementare nei prossimi anni a valori compresi tra gli 85 e 134 Twh all’anno, equivalenti al consumo di Stati come l’Argentina e i Paesi Bassi. L’intero settore nel 2026 potrebbe avere un fabbisogno di circa 1.050 Twh , equivalente al consumo di grandi Nazioni come Svezia e Germania. Perché serve così tanta energia per alimentare le innovazioni di IA e di machine learning? La principale motivazione risiede nella potenza richiesta dai server, che per loro natura sono già altamente energivori.
  • La centrale Three Mile Island in Pennsylvania, passata alla storia come sito del peggior disastro nucleare degli Stati Uniti, torna in funzione per fornire energia “pulita” ai data center di Microsoft. Cresce l’impiego dei reattori vecchi e nuovi per soddisfare la crescente domanda di energia elettrica nel Paese legata al maggior numero di data center per lo sviluppo dell’AI. Questa situazione conferma il ruolo chiave delle grandi aziende tecnologiche, come Microsoft, Google, Meta, Amazon, Apple, solo per citare le più conosciute, che negli ultimi tempi hanno iniziato a stringere accordi con imprese del settore energetico finalizzati alla fornitura di energia per i loro impianti, in particolare per i data center e, a partire dal 2022, stanno contribuendo a rilanciare il nucleare come fonte energetica pulita. Da notare che lunità uno, superstite della centrale di Three Mile Island, aveva cessato le operazioni nel 2019, perché l’energia nucleare non poteva competere con i prezzi del gas naturale, né tanto meno con le fonti rinnovabili, nella generazione di energia elettrica. C’è da chiedersi cosa sia cambiato sul mercato dell’energia, visto che il gas e le rinnovabili continuano a costare molto meno rispetto al nucleare.

Un paio di considerazioni:

  • il gigantismo di queste multinazionali condiziona le politiche energetiche dei paesi in cui operano, attraverso accordi diretti (Power Purchase Agreement) con le imprese del settore energetico, e stanno sdoganando il nucleare indifferenti ai rischi e ai costi: viste le loro possibilità di influenza e condizionamento del “potere”, come possiamo tutelare la democrazia e la vera sostenibilità ambientale?
  • oltre a vincolarli a soluzioni davvero sostenibili per ottenere l’energia che serve, non è il caso di iniziare a discutere anche con le multinazionali digitali di risparmio energetico? attraverso l’uso di algoritmi più efficienti e trasparenti, la riduzione dei data center pieni di informazioni ridondanti e utili solo alla sorveglianza e alla profilatura degli utenti, la progettazione di un web a basso impatto ambientale e sociale, e un “intelligenza artificiale” che non sia solo uno strumento di automazione diffusa delle decisioni e dei processi produttivi ma sia in grado di stimolare l’intelligenza collettiva per tutelare l’interesse pubblico, prima di quello privato.