Esempi di quotidiano coraggio

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serata legalitàRicevo da Marco Coloretti, consigliere comunale gruppo PD e Vicepresidente della Commissione Legalità, una riflessione che volentieri pubblico:

” Giovedi sera in biblioteca Tilane ho avuto la fortuna di ascoltare i racconti di tre donne che, da scrittrici e giornaliste, si sono occupate di narrare le vite di diverse persone – anche in questo caso, per la maggior parte donne – il cui destino si è intrecciato con l’illegalità e la criminalità mafiosa. Per la cronaca, erano presenti la giornalista Serena Uccello con il libro testimonianza “Generazione Rosarno”, una storia corale di giovani studenti le cui vite sono state segnate dalla ‘ndrangheta, vuoi perché figli di boss vuoi perché figli di vittime, che si ritrovano a condividere la vita di tutti i giorni nelle stesse aule di scuola; la redattrice di Narcomafie Marika Demaria con il libro “La scelta di Lea” dedicato ad una donna, Lea Garofalo, che ha scelto di ribellarsi al suo destino di moglie e sorella di boss per regalare una vita diversa alla figlia, la quale, ancora minorenne, a sua volta si ribellerà alla sudditanza familiare mafiosa tanto da consentire la condanna del padre per il barbaro omicidio di Lea; la sceneggiatrice di cinema e televisione Monica Zapelli, autrice della sceneggiatura de “I cento passi” e “Lea” e del romanzo “Il cielo a metà” che narra un’altra storia di mafia in cui ancora una volta è protagonista una donna che si ribellerà alla tradizione familiare mafiosa.

La serata è stata aperta dall’intervento di Gaia Baschirotto, del presidio locale di Libera, associazione di associazioni e singoli cittadini per una cultura della legalità contro tutte le mafie, che ci ha ricordato l’impegno di Libera fin dal 1994 per fare memoria attraverso l’incontro, la formazione e l’informazione tra tutti i soggetti – singoli cittadini e realtà istituzionali – per affermare una cultura della legalità e della trasparenza, l’esatto contrario della pratica mafiosa.

L’aperitivo con cibi e bevande di libere terre ha rappresentato anche a livello simbolico la condivisione di tutti i presenti alla partecipazione e al sostegno dei tanti progetti promossi dalla rete di Libera per un impegno concreto nella lotta alla mafia.

Senza dimenticare la decisiva e vincente battaglia sulla confisca dei beni ai mafiosi che ha portato nel tempo a risultati di notevole efficacia nella lotta alla mafia. Tra questi, anche l’esperienza della città di Paderno Dugnano che ha visto ben due beni (un attico e una villetta) sottratti a soggetti mafiosi e destinati ad attività sociale. Proprio la cooperativa Duepuntiacapo, che ha potuto trasformare l’attico in una sede per il sostegno a ragazzi disabili, ha voluto essere presente alla serata come testimone della buona riuscita di questa pratica, che trasforma la ricchezza del malaffare in una risorsa utile alla città, aiutando i più deboli.

Fuori dalla cronaca, la riflessione, stimolata dallo staff della biblioteca, in merito ad una definizione di cultura della legalità. Le tante cose emerse hanno preso spunto proprio dai libri delle tre autrici e alla cui lettura caldamente rimando.

Per quanto mi concerne, posso dire che mi sono rimaste impresse due osservazioni che condivido e faccio mie. Una riguarda il nesso tra legalità e libertà. Le due cose si tengono e strettamente: non è possibile pensare di vivere la propria dimensione umana o il proprio tempo di vita davvero in libertà se rinunciamo a ciò che rappresenta la regola del vivere insieme, quel senso delle cose che chiamiamo legale perché risponde ad un ordine etico e morale prima ancora che ad un codice normativo. Solo preservando noi stessi e gli altri dalla pratica dell’abuso noi possiamo sentirci liberi di vivere il nostro destino come è giusto che sia. L’illegalità nega la libertà dell’individuo, che appartiene alla famiglia e risponde all’onore di essa, che diventa pietra tombale sulla vita degli individui e della società stessa, minandone i presupposti di comunità di esseri liberi ed eguali come si conviene ad una democrazia compiuta.

La seconda osservazione riguarda proprio la ribellione delle donne di famiglie mafiose, spesso madri, che percepiscono il desiderio di costruire un’aspettativa di vita per i propri figli e figlie che a loro è sempre stata negata. Il desiderio di poter scegliere la propria vita e di non nascere con un futuro già scritto, una vita già satura, un destino già determinato. Esempi di quotidiano coraggio vengono proprio da queste persone che, pur pagando con il sacrificio di sé, aprono nuovi orizzonti lontano da quella tradizione tragica e criminale che avvolge e fagocita tutto.

Sono storie così che ci fanno ancora pensare che “la mafia non è affatto invincibile; è un fatto umano e come tutti i fatti umani ha un inizio e avrà anche una fine. Piuttosto, bisogna rendersi conto che è un fenomeno terribilmente serio e molto grave; e che si può vincere non pretendendo l’eroismo da inermi cittadini, ma impegnando in questa battaglia tutte le forze migliori delle istituzioni.” (G. Falcone)

La serata si è chiusa con la citazione della frase di don Ciotti riportata anche sul programma dedicato alla giornata della legalità : “La vera libertà è quella che si fonda sull’onestà, sul coraggio di guardare in noi stessi, sull’ascolto puntuale di quell’amica scomoda ma sempre preziosa che è la nostra coscienza, sul rispetto di sè e dunque degli altri”.

Insieme si può costruire una città migliore.

Un sentito ringraziamento da parte mia alle autrici intervenute e a tutto lo staff della biblioteca Tilane per la professionalità e per l’impegno profuso nella buona riuscita di questo evento. ”

Marco Coloretti – Consigliere Comunale gruppo PD e Vicepresidente Commissione Legalità