Il “modello Milano”?

Confesso la mia diffidenza verso le politiche urbanistiche della Regione Lombardia che, alla prova dei fatti, si sono dimostrate tutte favorevoli alla rendita fondiaria, alla speculazione edilizia e contro gli interessi più generali della città pubblica, disattendendo sempre le istanze “riformatrici” proclamate a parole.

L’interesse pubblico e le esigenze della parte lavoratrice dei cittadini per una casa accessibile sono sempre state deluse o, peggio, eluse.

A partire dalla Legge regionale del 2005 e poi via via deregolamentando e liberalizzando a sproposito. Dalle norme sul recupero dei sottotetti a quelle sul “consumo di suolo zero”fino a quelle sulla “rigenerazione urbana”.

Dietro il paravento di parole e immagini di riforme di buon senso –spesso tollerate e non contrastate con vigore anche dalla sinistra- si è fatta solo un’operazione di “marketing” per coprire la solita logica privatistica dell’urbanistica lombarda. Un’altra eccellenza di cui si comincia a discutere, per fortuna.

Le ragioni del pubblico interesse, dei beni pubblici, di norme e leggi per “regolare” la proprietà e l’interesse privato a favore della città pubblica sono sembrate -per anni- decisamente fuori moda e fuori tempo. I cantori del moderno sono sempre in agguato per far si che tutto cambi perché nulla cambi. Solo il “laisser faire” è stato il motto dei “modernisti”, veri amici della rendita.

L’urbanistica contratta è poi diventata uno slogan e una modalità che ha devastato ogni argine e ogni velleità riformista. E così anche il “modello Milano” è andato in crisi e ora comincia  a perdere slancio a fronte di nuove obiezioni, alle tante critiche e alle inchieste della magistratura milanese.

Serve una Salva Milano? Si secondo Salvini. Noi diciamo di NO. Non serve un nuovo condono. Serve un risveglio dell’Urbanistica riformista che riprenda le migliori tradizioni della programmazione e pianificazione centrate sull’interesse pubblico e sulla città pubblica. Questa convinzione non è più di pochi.

Basta leggere la lettera appello dei 50 giuristi e costituzionalisti contro la “Salva Milano”, le preoccupazioni dell’Assessore Giancarlo Tancredi, le osservazioni di Fedrighini, quelle del professor Paolo Pileri  docente del Politecnico e anche l’ultima intervista  di Alessandro Maggioni (del Consorzio cooperative lavoratori).

Il Maggioni ha il dono della sintesi e della chiarezza: ”più pubblico, meno privato per uscire dal caos edilizia”, ”sull’edilizia negli ultimi vent’anni si è un pò lasciato fare con una logica liberista che andrebbe corretta”

Questo riguarda solo Milano?

Non lo so. Staremo a vedere. Cercherò di capire, nei prossimi mesi approfondendo anche i temi dell’urbanistica padernese.