Il “vizio” di Alparone

Home Notizie Il “vizio” di Alparone

La città di Paderno Dugnano è preoccupata perché l’Amministrazione comunale ha deciso di costruire case private in un parco pubblico. Questo è il senso delle 3.000 firme raccolte per la petizione “Salviamo il Parco di Via Gorizia” che chiede all’autorità locale un ripensamento. Le forze politiche di opposizione e alcune associazioni hanno promosso e sostenuto questa legittima protesta anche perchè costituisce un brutto precedente. Domani alle ore 9,30 ci sarà anche una biciclettata cittadina che partirà dalla piazza del Comune per arrivare fino al Parco in pericolo.

Salvando il Parco di via Gorizia si salva un principio e quindi si mettono al riparo anche gli altri parchi della città e le altre aree ancora verdi. Anche le autorità metropolitane (ARPA) che non sono state interpellate per la Valutazione Ambientale Strategica, che invece andava fatta, hanno riconosciuto la fondatezza del ricorso dei cittadini e, tra qualche giorno, ascolteranno il comitato nato dalla protesta.

Purtroppo non sembra che il sindaco faccia altrettanto. Anzi pervicacemente, dopo aver già ritagliato il Parco del Grugnotorto su misura di un interesse privato, ora si appresta ad un altro (probabile) scempio. Allarmismo? Non credo e spero di sbagliarmi.

Leggendo con attenzione la determina n.1004 del 9 novembre 2011 (Approvazione dei documenti per l’affidamento del servizio di analisi tecnica per la valorizzazione di Palazzo Inam) si resta sbalorditi non dalla decisione (legittima) di valutare le possibili alternative alla ristrutturazione doverosa del Palazzo Inam ma dalla facilità, dalla superficialità e dalla leggerezza con la quale l’Amministrazione pubblica metta in gioco indifferentemente altre aree verdi.

Nell’allegato 2 dello stesso atto si legge infatti che, per la “ricollocazione delle funzioni e dei servizi presenti nel Palazzo Inam, si possono considerare gli immobili di proprietà comunale come il  Magazzino comunale e gli edifici dell’area mercatale di via Oslavia  ma anche parte dell’area libera di via Grandi (per costruirvi un nuovo corpo di fabbrica) e parte dell’area del Parco di via San Michele (per costruirvi un nuovo corpo di fabbrica).  Allora è proprio un vizio. Le aree verdi e libere danno fastidio a questa amministrazione comunale: bisogna costruirvi qualcosa.

Alla faccia delle chiacchiere sul consumo di suolo e di quelli che anni fa dedicarono un libro alla città intitolato “Paderno Dugnano. Gli spazi aperti e la città”. Libro che ancora campeggia sul sito comunale che così conclude la sua presentazione:” Il verde urbano è un anello della catena ecologica della città: è l’elemento di risanamento rispetto alle varie forme d’inquinamento, contribuisce a migliorare la salute fisica e mentale dei cittadini, è un bene di tutti che abbiamo ricevuto in dono dalla natura come bellezza e benessere della città. Rispettare i nostri parchi significa quindi rispettare noi stessi e le generazioni future verso le quali abbiamo il dovere di consegnare un ambiente migliore.

Consiglio di consultarlo perché tra poco verrà cancellato anche dal sito. E tra qualche anno sarà un documento utile per ricordare com’era questa città prima degli scempi dell’Amministrazione di Alparone.