Quale compito per il prossimo Parlamento Europeo?

Articolo di Ottorino Pagani:

“In vista delle prossime elezioni si susseguono gli appelli della “società civile” ai “candidati, al Parlamento e ai decisori europei”; un tema si ripete più frequentemente: “i politici di tutta Europa hanno iniziato a infrangere le loro promesse a favore di interessi a breve termine di coloro più impegnati e spietati nelle attività di lobby, minando ulteriormente la credibilità dell’Ue”.
La coscienza di questa situazione dovrebbe aiutare ad aprire un varco tra la massa dei condizionamenti in corso e  costruire un “buonsenso ecopolitico” che permetta di identificare precisamente ciò che va cambiato nella società per fermare il cambiamento climatico.

La transizione ecologica ha un costo, ma non basta affrontare solo il tema del finanziamento necessario; precisamente, la tassazione degli extra profitti è solo un aspetto marginale se resterà invariato il meccanismo di emissione di un debito (in questo caso “comunitario”…) che sommato ai debiti nazionali peserà sui cittadini europei presenti e futuri, rendendoli sempre più poveri e condizionabili, compromettendo definitamente in questo modo la democrazia occidentale. Infatti, se persistiamo in questa direzione, potremmo ritrovarci con un capitale pubblico sempre più negativo, il che comporterebbe una situazione in cui i possessori di titoli del nostro debito possiedono non solo l’equivalente di tutti i beni pubblici (scuole, edifici, ospedali, infrastrutture, etc), ma anche un diritto di prelievo su una quota crescente delle imposte future dei contribuenti.

Per evitare questo scenario occorre ricostruire nel contesto europeo il capitale pubblico degli Stati membri che è stato dissipato negli ultimi 35 anni, attraverso:

  • lo sviluppo di un patrimonio pubblico industriale nei settori strategici, energetico in primis, ma anche per i materiali strategici (compresi i rifiuti) e i prodotti della ricerca farmaceutica finanziata dagli Stati ( ad esempio i vaccini).
  • congrue tasse patrimoniali, lotta all’evasione fiscale, ai condoni e ai paradisi fiscali.
  • un deciso contrasto agli sprechi di risorse (in particolare  quelle non rinnovabili), alle esternalità negative del sistema economico e agli scriteriati costi per le armi che alimentano guerre senza senso.

Solo ripristinando la finalità pubblica delle politiche, per il benessere dei cittadini, potremo ritrovare la possibilità di investire davvero nello sviluppo sostenibile, nella qualità ambientale, nell’istruzione e nella salute; coscienti del fatto che lasciando il potere nelle mani della “lobby del 10%” abbiamo: indebolito il potere pubblico e contemporaneamente allargato il divario tra nord e sud del mondo, rafforzato modelli politici autoritari che fomentano guerre e diluito in un irresponsabile “greenwashing” l’emergenza della crisi climatica che mette a rischio la nostra stessa sussistenza. Per sostenere questo “compito” voterò e invito a votare per l’Alleanza Verdi Sinistra.