
Qualche giorno fa anche il Sindaco Sala ha dovuto decretare la fine della legge detta Salva Milano. E’ un bene. Perché, secondo noi, era una vera e propria schifezza. Per diversi motivi.
Primo perché lo strumento usato dai costruttori milanesi (e dal servizio tecnico del Comune di Milano) è stato la SCIA: strumento semplificatorio concepito per le piccole opere e non per i grattacieli di 10 piani. Secondo perché attraverso quegli interventi, ora sotto la lente d’ingrandimento della Procura di Milano, si è smarrito l’interesse pubblico. Non solo per il pagamento scontato degli oneri di urbanizzazione ma anche per la diminuzione di servizi per i residenti conseguente ai nuovi interventi autorizzati. Terzo per la equiparazione, alimentata addirittura per legge e per tutto il territorio nazionale e poi esaltata, tra i concetti di ”nuova costruzione” e “ristrutturazione”.
Nella confusione facciamo una belle legge (Salva Milano) e salviamo capra e cavoli. Peccato che adesso di mezzo ci siano pure i magistrati. C’è un giudice a Milano e c’è una legge esistente da rispettare. O i giudici vanno bene solo quando, di fatto, contestano le scelte del governo e non quando lo fanno con quelle di Sala?
Bene adesso stiamo attenti a noi.
Al nostro territorio, alle nostre Scia e alla nostra Commissione Paesaggio e ai nostri professionisti incaricati o meno.