Sulla legge “Salva Milano”..

Articolo di Ottorino Pagani:

Le leggi dei Marchesi del Grillo

La proposta di Legge 1987 (denominata Salva Milano) avrebbe dovuto chiarire i dubbi sulla giurisprudenza di alcune operazioni di rigenerazione urbana nel comune di Milano, nel testo approvato dalla Camera dei deputati viene mantenuta invariata l’interpretazione autentica, indicando che: «l’approvazione preventiva di un piano particolareggiato o di lottizzazione convenzionata non è obbligatoria nei casi di edificazione di nuovi immobili su singoli lotti situati in ambiti edificati e urbanizzati, di sostituzione, previa demolizione, di edifici esistenti in ambiti edificati e urbanizzati e di interventi su edifici esistenti in ambiti edificati e urbanizzati». La sostanza è che la procedura speditiva, adottata dal Comune di Milano, viene blindata, sia per il passato che per il futuro. Inoltre, il comma tre spiega che «rientrano tra gli interventi di ristrutturazione edilizia» anche quelli che «presentino sagoma, prospetti, sedime e caratteristiche planivolumetriche, funzionali e tipologiche anche integralmente differenti da quelli originari».

Cioè si legifera che, oltre al condono gratuito delle operazioni già fatte, queste tipologie di intervento selvaggio si possono estendere a tutto il territorio nazionale senza controlli e verifiche degli standard qualitativi che dovrebbero tutelare i Cittadini e l’ambiente. Si conferma in questo modo il fallimento del sistema delle regole e un’ingiustizia nei confronti di quanti le hanno rispettate e dei cittadini che subiscono questo ulteriore fattore di disuguaglianza.

Le vicende giudiziarie milanesi sono la diretta conseguenza delle forzature compiute dai legislatori, nazionali e regionali, in merito alla definizione di “ristrutturazione edilizia”; forzature che hanno aperto un conflitto con l’interpretazione del termine “ristrutturazione” per la giurisprudenza prevalente. Il buon senso si immaginava che la nuova legge avrebbe articolato l’analisi degli interventi e dei titoli abilitativi ai contesti urbanistici e alle valutazioni ambientali strategiche, invece ha ribadito in modo arrogante e sbrigativo che “Ciò che si costruisce a Milano è conforme alla legge”, in stretta coerenza con la logica del Marchese del Grillo: “Che ci volete fare: ma io so io, e voi nun siete un ca..o”.

Mi auguro che “qualcuno” si ricordi che la “Legge è uguale per tutti” e che impugni questa Legge davanti la Corte costituzionale perché è in contrasto con gli Articoli 9 e 41 della nostra Costituzione.