Ho letto con attenzione e condivido l’editoriale di Eugenio Scalfari su Repubblica.it di oggi, che disserta su alcuni dei temi importanti di questa settimana.
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Il primo – senza ombra di dubbio – l’avvenuta conferma dell’esistenza delle onde gravitazionali da parte di ricercatori italiani e americani. Onde gravitazionali ipotizzate da Albert Einstein con la Teoria della relatività generale cento anni or sono.
Scalfari, poeticamente, conclude che “l’Universo è cangiante” – cioè in continuo complesso mutamento – e se “il potere domina l’universo intero” passando di mano tra stelle, buchi neri, galassie e altri oggetti astronomici, la “natura cangiante non avrà nessuna modifica“.
Di sicuro, dopo la rilevazione del Bosone di Higgs al Cern pochi anni fa, aver rilevato le Onde gravitazionali conferma la correttezza delle ipotesi sulla struttura dell’Universo ma – come sostiene Wired – non necessariamente avvicina alla conferma di quella “Teoria del tutto” che dovrebbe unificare in un’unica teoria gravità, forza nucleare forte, forza nucleare debole e forza elettromagnetica.
Al secondo posto, Scalfari mette l’abbraccio di Papa Francesco con il Patriarca di tutte le Russie, Kirill – al secolo Владимир Михайлович Гундяев, Vladimir Michajlovič Gundjaev – all’Avana, abbraccio atteso dai tempi del Grande Scisma del 1054, che separò i cattolici romani dai cattolici ortodossi.
Momento importante perché precursore di quello che il prossimo 31 ottobre Francesco avrà con i rappresentanti della Chiesa luterana per “siglare la pace dopo mezzo millennio di guerre religiose“.
Ma importante perché ancora una volta privilegia nella discussione, secondo l’abitudine di Papa Francesco, l’attenzione ai più poveri, deboli ed esclusi in un percorso spesso osteggiato da qualcuno dei sui stessi cardinali che invece che sostenere (sia chiaro legittimamente) posizioni ideologiche verso tutti i propri fedeli, preferisce consigliare strategie di azione politica a una parte delle forze politiche (per le quali nutre evidente simpatia personale) presenti in un Parlamento che per forza di cose ha da essere, in rappresentanza di tutti, laico e non dottrinale.
Infine, last but not least, la proposta di Draghi per un Ministero del Tesoro europeo, che necessariamente richiede la cessione di una parte di sovranità economica da parte dei Paesi dell’Eurozona, ma che è, proprio per questo motivo, praticamente osteggiata da tutti i Paesi, compreso il nostro.
Scalfari – anche a seguito di una garbata corrispondenza con il Premier – chiede a Matteo Renzi di farsene alfiere, tanto non si farà mai ma potrebbe riportare l’Italia ai vertici di quell’azione politica da Padri Fondatori dell’Europa cui dovremmo ambire.
Io – più indegnamente – chiedo a Matteo Renzi di farsene alfiere ma proprio in nome di quell’Europa, patria comune, pacifica e democratica, mirabilmente ipotizzata nel Manifesto di Ventotene.
Perché, e chiudo anch’io con una citazione famosa spesso attribuita – o ripresa – da De Gasperi:
“A politician thinks of the next election; a statesman of the next generation.
A politician looks for the success of his party; a statesman for that of the country”
James Freeman Clarke (1810 – 1888)
E sarebbe ora, se vogliamo davvero confrontarci col mondo, di cominciare a pensare che il nostro Paese è l’Europa.