Il futuro a sinistra. 2

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occhiuto

La sinistra per ripartire deve rimettere al centro l’uomo.Si può dire che la sinistra si sta specchiando a Milano? A mio avviso si! Milano, con la scelta dei candidati alla successione di Giuliano Pisapia, sta sempre più diventando la cartina di tornasole della sinistra. Ed il travaglio che sta attraversando la sinistra milanese è, se non lo stesso, molto simile a quello della sinistra italiana. Un travaglio fatto emergere dalla lettera che i tre sindaci (Pisapia, Doria e Zedda) hanno scritto per fare un vero e proprio appello a non rompere il centrosinistra.

E’ indubbio che quella lettera è una palla lanciata nel campo della sinistra e quella palla adesso come viene giocata dalla sinistra?

A mio avviso bisognerebbe uscire da quell’indeterminatezza che sta affliggendo la sinistra italiana, dai suoi tanti “vorrei ma non posso” e che parta da un assunto che è quello che la stagione del centrosinistra in Italia è finita.

È finita perché il Partito Democratico ha cambiato la sua natura ed i suoi valori. Si pensi a cosa il Governo Renzi ha fatto sul lavoro e i suoi  diritti, sulla scuola o sulle riforme costituzionali, solo per citare alcuni dei provvedimenti, segnando una distanza evidente rispetto alla stessa definizione di sinistra.

Ed è finita perchè nel Paese la sinistra ha preferito mettere in evidenza i suoi distinguo ed i suoi litigi.

Il fatto che ormai la sinistra non riesca ad avere più una sua chiave di lettura dell’attualità e del tempo presente, non abbia più alcuna connessione dal suo popolo, con il suo pezzo di società produce un’effettiva incapacità di determinare cambiamenti concreti e orientare in termini di democrazia e giustizia sociale le politiche dei governi. Per questo motivo, a mio parere, il Pd ha perso quella caratteristica di essere il vero erede della tradizione riformista italiana mettendo in minoranza chi, al suo interno, si ispira a quel idea riformista e la sinistra, in sostanza, si è ridotta a diventare elemento di testimonianza minoritaria.

Serve un’idea (e non ideologia) nuova che sappia ridare alla sinistra la capacità di lettura del tempo presente e la costruzione del futuro e che consenta forme di connessione della sinistra con il suo popolo.

Veniamo da un ventennio, e forse anche più, dove il mercato e la finanza hanno preso il sopravvento su qualunque altro aspetto del vivere sociale tanto da portare il mercato e la finanza a dominare la politica ed i processi democratici. La sinistra per avere spazio deve essere in grado di fermare questo processo invertendone la rotta e per poter far ciò deve rimettere al centro l’uomo.

L’essere umano in quanto cittadino, lavoratore ed anche creatura pensante che ha dei desideri, materiali ed immateriali, deve tornare ad essere il fine delle scelte e della dinamiche economiche.

Quella di un nuovo umanesimo sociale può essere la chiave di volta anche nelle strategie della sinistra a livello locale. Progetti di città che mettano al centro i cittadini con politiche cittadine capaci di rimettere in relazione tra loro le persone, di appassionarle a progetti e invogliarle alla partecipazione in una sorta di grande esercizio ed allenamento di cittadinanza.

Una piccola rivoluzione, in cui alle idee dei cittadini si attribuisce legittimazione, importanza e interesse. A mio avviso questi possono essere i presupposti per costruire candidature e progetti unitari di governo delle città, unità che non prescinda dal merito.

 

E se vogliamo, tanto per parlare della nostra comunità, questa piccola rivoluzione può essere la base sulla quale si può costruire un progetto da mettere a disposizione di Paderno Dugnano.

Ripensare la città con uno sviluppo urbano, più verde e sostenibile, che abbia un’offerta culturale adeguata e che sappia ricostruire una sua vocazione in grado di rilanciare un’economia divenuta ormai asfittica vuol dire fermare una tendenza che sta sempre più caratterizzando Paderno come una delle tante città dormitorio dell’hinterland milanese. Si può declinare anche così un nuovo umanesimo sociale.

Pietro Occhiuto, Fiom CGIL Monza e Brianza