Ringrazio le compagne e i compagni del circolo Casaletti, del PRC di Paderno Dugnano, per l’attenzione alle mie riflessioni. Colgo l’occasione per spiegarmi meglio.
Con il post “Friburgo e noi” ho voluto solo ribadire il mio interesse per tutti coloro che si “impegnano a costruire un discorso pubblico sulla città”. E, su questo, mi pare che Insieme per Cambiare sia sulla strada giusta. Ad altri ho solo rammentato che “non rispondono” alle sollecitazioni di Giuranna e del suo blog. Constato una certa sordità, non nuova e tutta padernese, tra le forze politiche di opposizione. Non ignoro che vi sono e operano in Consiglio comunale anche 6 consiglieri del PD, due del M5S e altri di diverse liste civiche. E neppure che fuori dal Consiglio esistono gruppi, associazione e anche partiti (come il PRC) che fanno una resistenza encomiabile su tanti temi del vivere civile (interramento, inceneritore, amianto, Eureco..). Né ho sottovalutato la lezione -data anche a me- del risultato del 4 dicembre. Tutto ciò premesso, veniamo al punto. Per me bisogna cercare tutto ciò che unisce e ridimensionare tutto ciò che divide la sinistra dal centrosinistra. Inoltre aggiungo due spunti:
1.Quello che farà la differenza per Paderno Dugnano sarà una visione, un progetto, un programma credibile e attraente per il futuro della città. Non credo che saranno solo le posizioni politiche nazionali (o peggio ideologiche) che vedono l’arco delle forze molto lontane tra di loro. Il fronte dei NO referendari, come quello dei responsabili o come quello dei riformisti, sono chiacchiere per altri disegni. Ci si misuri su Paderno Dugnano e i suoi problemi
2.Credo che tutti si debbano impegnare (non solo) a raccogliere voti per la propria lista ma anche (e soprattutto) per costruire un progetto di città sostenibile, solidale, moderna. A partire da una idea precisa di questo territorio. In questa direzione sarà utile ripensare e definire alcune scelte amministrative come: la partecipazione e il valore ambiente come principi ispiratori delle politiche glocali. L’ innovazione, il lavoro e i giovani. I servizi pubblici (trasporti, sanità e scuola) e il ruolo della cultura. La definizione di progetti specifici di cittadinanza attiva per singole frazioni o aree di trasformazione. Senza dimenticare il tema cruciale dell’accoglienza e dell’immigrazione. Insomma Una città da fare insieme