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Una finanziaria con poche luci l'opinione di Bersani,secondo il quotidiano Affaritaliani.it

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La finanziaria non è ancora testo pubblico. Ci sono le dichiarazioni di Renzi e qualche slide. C’è questa cattiva abitudine di approvare un testo base e poi scrivere nei giorni seguenti il disegno di legge,si che spesso nei dettagli si scoprono cattive sorprese.Due tra tutte, al momento: la penalizzazione di 300 milioni per i comuni d’Italia e pochissime risorse per i contratti dei dipendenti pubblici.Torneremo con calma ad analizzare questo seconda finanziaria “renziana”che già ha ricevuto il plauso di Confindustria e Confcommercio e le critiche di Fassino (ANCI) e dei Sindacati.”Dimmi con chi vai…”

“Renzi dovrebbe usare argomenti che, almeno, non insultino l’intelligenza degli italiani”. Pier Luigi Bersani, dai microfoni di ‘Ho scelto Cusano’ su Radio Cusano Campus, torna all’attacco del presidente del Consiglio sul tema dell’innalzamento del tetto all’uso del contante previsto in Stabilita’: “Uno che ha 3mila euro per fare un acquisto – spiega l’ex segretario Pd – ha sicuramente la carta di credito in tasca. E’ che non vuole usarla. Semplificazione? E’ piu’ semplice usare la carta di credito che sfogliare 3mila euro in contanti”. “Dobbiamo correggerla – avverte – questa decisione, perche’ da’ un segnale molto preoccupante. L’evasione nel nostro Paese e’ un fenomeno colossale, non e’ il caso di aggredirlo con meccanismi terroristici, ma con gli strumenti di oggi: a cominciare dalla tracciabilita’ dei pagamenti. Negli Stati Uniti se vai a pagare un albergo in contanti chiamano lo sceriffo”.  “Speravo non succedesse. Per me questo intervento contiene un elemento di fondo negativo. Cosa intendiamo per cambiamento del Paese? Bisogna incanalare i comportamenti verso un sistema di regole. Noi abbiamo un’economia sommersa, un nero, un’evasione e

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Un agenda per la sinistra e non solo per J.Corbyn

 

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di Mariana Mazzucato, da Repubblica, 8 ottobre 2015

Sette economisti (fra cui Joseph Stiglitz, Thomas Piketty e la sottoscritta) hanno accettato di fare da consulenti economici per Jeremy Corbyn, il nuovo leader del Partito laburista britannico. Mi auguro che il nostro scopo comune sia aiutare il Labour a creare una politica economica fondata sugli investimenti, inclusiva e sostenibile. Metteremo sul tavolo idee diverse, ma voglio proporvi le mie considerazioni riguardo alle politiche progressiste di cui il Regno Unito e il resto del mondo hanno bisogno oggi.

Quando il Partito laburista ha perso le elezioni, lo scorso maggio, in tanti, anche esponenti del Governo ombra, gli hanno contestato di non aver saputo interloquire con i «creatori di ricchezza», cioè la comunità imprenditoriale. Che le imprese creino ricchezza è evidente.

MA anche i lavoratori, le istituzioni pubbliche, le organizzazioni della società civile creano ricchezza, promuovendo crescita e produttività nel lungo termine. Un programma economico progressista deve partire necessariamente dal riconoscimento che la creazione di ricchezza è un processo collettivo e che gli esiti di mercato sono il risultato dell’interazione fra tutti questi «creatori di ricchezza». Dobbiamo abbandonare la falsa dicotomia “Stato contro mercato” e cominciare a ragionare più chiaramente su quali risultati vogliamo che il mercato produca. Investimenti pubblici “mission-oriented”, con un obiettivo chiaro, hanno molto da insegnarci. La politica economica dovrebbe impegnarsi attivamente per plasmare e creare mercati, non limitarsi a ripararli quando si guastano.

Le politiche tradizionalmente considerate “business friendly”, come i crediti di imposta e la riduzione delle aliquote, a lungo andare possono essere nocive per l’attività imprenditoriale. Allo stesso modo, è ora di superare il …

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La passione laica di Pietro Ingrao Intervento di Alfredo Reichlin

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Vorrei esprimere il più grande rammarico per la scomparsa di Pietro Ingrao. Per l’uomo che egli
è stato, il grumo di pensieri e di affetti anche familiari che ha rappresentato, ma soprattutto per il
segno così profondo e tuttora aperto e vivo che egli ha lasciato nella vita italiana.
«È morto il capo della sinistra comunista», così, con questo flash, la Tv dava domenica pomeriggio la
notizia. In questa estrema semplificazione e nei commenti di questi giorni io ho visto qualcosa che fa
riflettere.
Vuol dire che dopotutto questo paese ha una storia. Non è solo una confusa sommatoria di individui
che si distinguono tra loro solo per i modi di vivere e di consumare. Ha una grande storia di idee, di
lotte e di passioni, di comunità, e di persone, anche se questa storia noi non l’abbiamo saputa
custodire.
Perché volevamo la luna? Oppure perché non l’abbiamo voluta abbastanza?
Non lo so. So però che adesso siamo giunti a un passaggio molto difficile e incerto della nostra storia.
E che la gente è confusa e torna a porsi grandi domande e ad esprimere un bisogno insopprimibile di
nuovi bisogni e significati della vita.
Si affaccia sulla scena una nuova umanità. E io credo sia questa la ragione per cui la morte di Pietro
Ingrao (un uomo che taceva da quasi 20 anni) ha così colpito l’opinione pubblica.
Perché era di sinistra? Di questa antica parola si sono persi molti significati. E tuttora non quello
fondamentale: la lotta per l’emancipazione del lavoro, il cammino di liberazione dell’uomo dalle
paure e dai dogmi; la libertà dal bisogno e al tempo stesso …

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La “mala educaciòn” di Fabio Pizzul

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Venerdì 2 ottobre il consigliere regionale Fabio Pizzul gareggerà con la Lega Nord di Paderno,con il Sindaco trasformista di Forza Italia e con il fantomatico Partito di Italia Nuova sul tema  “tasse e impresa”.

Immagino che dirà cose diverse dall’on.Giorgetti e dalle posizioni della Lega e del Centro Destra.     Andrà all’Auditorium di Paderno Dugnano per confrontarsi e convincere gli uditori locali.

Noi non saremo tra costoro per tre buoni motivi:

1.Non comprendiamo l’opportunità politica che ha spinto il  consigliere regionale del PD a confrontarsi con le posizioni della Lega in una sede locale come Paderno;

2.La sua presenza finirà per dare spazio alla demagogia anti-tasse del sindaco Alparone che già si vanta,a sproposito, di suo. E’ fatto salva –ovviamente- la libertà del consigliere regionale di fare quello che vuole;

3.Siano sbigottiti della “mala educaciòn” del consigliere regionale per non aver avvisato né la segretaria né il capogruppo del PD di Paderno(è quanto abbiamo appreso nella riunione pubblica degli iscritti del 29 settembre).

Pertanto,pur essendoci simpatico codesto consigliere regionale, ci avvaliamo della stessa libertà di non andare  né ad ascoltarlo né a dargli il benvenuto nella nostra città.

E non ci dimenticheremo di questa scortesia,relativa se non alla buona “educaciòn” politica, almeno a quella personale.

 

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Pietro Ingrao è morto Un padre della Repubblica e della sinistra italiana

 

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Pietro Ingrao, storico dirigente del Pci e presidente della Camera è’ morto.

Ingrao era nato a Lenola,  in provincia di Latina, il 30 marzo del 1915, da una famiglia di proprietari terrieri dell’alta borghesia locale, ma con radicate tradizioni liberali. Il nonno, Francesco Ingrao, era un mazziniano. Pietro era  il secondogenito di una famiglia di quattro figli. Dopo gli studi classici a Formia, si trasferì con la famiglia a Roma, dove prese la laurea sia in Giurisprudenza e che in Lettere e Filosofia. Tra il 1934 e il ’35 frequentò il Centro sperimentale di cinematografia, come allievo regista. Nel 1936, in seguito all’aggressione franchista alla Repubblica spagnola, intensificò i contatti con altri giovani antifascisti, e, tramite questi, con l’organizzazione clandestina del Pci. Tra i cospiratori c’erano sono Lucio Lombardo Radice e sua sorella Laura, di cui Pietro si innamora.

Nel 1942, dopo l’arresto di molti componenti del suo gruppo, Ingrao entrò in clandestinità, operando tra Milano e la Calabria. Il 26 luglio 1943 organizzò con Elio Vittorini, a Milano, il grande comizio di Porta Venezia; lavorò inoltre all’edizione clandestina dell’Unità, prima a Milano e poi a Roma, dove nel 1944 entrò nel comitato clandestino della federazione del Pci.

Nel giugno del 1944 Ingrao sposò Laura in una Roma appena liberata. La prima figlia, Celeste, nacque nel 1945; seguiranno Bruna (1947), Chiara (1949), Renata (1952) e Guido (1958), che gli diedero, negli anni, una folta schiera di nipoti e pronipoti. Nel 1947 Ingrao venne nominato direttore dell’Unità, incarico che ricoprirà fino al 1956. Nel ’48 entrò nel comitato centrale del Pci e venne anche eletto …