AMISCO: stato di agitazione

Oggi, stato di agitazione dei lavoratori dell’AMISCO.

L’Amisco è una fabbrica storica che affonda le sue radici nel 1936 prima come Novaradio, poi Amies e poi dal 1974 la produzione viene trasferita a Cinisello Balsamo e il nome diventa Amisco Avvolgimenti Elettrici.

Vanta oltre 500 dipendenti in tutto il mondo nei suoi 5 stabilimenti con il quartier generale a Paderno Dugnano. Qui vi lavorano 140 dipendenti in ricerca e sviluppo, laboratori e produzione di bobine elettriche incapsulate e solenoidi. Amisco è “una società specializzata nella progettazione, sviluppo e produzione di bobine elettriche incapsulate, solenoidi ed elettrovalvole pneumatiche di pilotaggio destinate al mercato mondiale”. Cosi recita la loro home page.

Oggi i lavoratori sono entrati in agitazione perché lamentano una scarsa considerazione da parte della direzione aziendale. Ritmi, pause, e livello di retribuzione non sono all’altezza dell’impegno e del lavoro qualificato delle maestranze. Per questo chiedono maggiore considerazione. E per questo hanno affisso anche due striscioni che parlano di “dignità” del loro lavoro.

La CGIL di Paderno Dugnano ha portato la sua solidarietà ai lavoratori dell’azienda.

Con la Palestina nel cuore

La Raccolta RISSO propone una nuova Mostra di Manifesti.

Questa volta sul dramma palestinese. Inaugurata giovedì14 marzo alla presenza dell’ass.alla Cultura Anna Varisco la mostra resterà aperta fino al 21 marzo. Si può visitare dalle ore 10 alle ore 12..

Forse non è Boffi..

Le indiscrezioni e le voci (autorevoli) sono confermate.

Boffi non è il candidato di tutto il centrodestra. Anzi la sezione di Fratelli d’Italia di Paderno Dugnano, ha indicato un altro nome per la candidatura a Sindaco.

E adesso è guerra aperta tra la sezione territoriale locale che ha, statutariamente, il diritto di decidere il candidato e il provinciale di Fratelli d’Italia, condizionato da qualche satrapo che concepisce il territorio (e il consenso) come un “bene” di uso personale.

Fratelli d’Italia di Paderno Dugnano scopre sulla propria pelle che il medioevo, con i suoi feudi e vassalli, e il fascismo, con i podestà nominati dall’alto, non sono morti. E adesso si ritorcono contro di loro. Viva la democrazia.…

I discorsi di Moro..

Una serata ben spesa per comprendere la nostra storia politica.

Ieri sera, all’Auditorium Tilane Enrico Farinone ha raccontato (intervistato dal sindaco Casati) i suoi libri su due dei discorsi più importanti che Aldo Moro ha tenuto nella sua storia personale.

Al di là dello spessore e della qualità del professore e del politico democristiano, Farinone ha illustrato i discorsi di Napoli del 1962 e di Mantova e Benevento del 1977 che furono centrali nella storia del governo del paese.

Il primo cercava di spiegare le ragioni dell’apertura sinistra, cioè al PSI, dopo decenni di centrismo e darà l’avvio al centrosinistra di governo in Italia pur essendo ancora nel pieno della Guerra Fredda.

I secondi furono quelli dell’apertura al PCI, un anno prima del suo tragico rapimento ed assassinio. Questi ultimi erano volti a motivare il progressivo allargamento dell’area di sostegno al governo sino al coinvolgimento del PCI sulla base di un accordo di programma.

Ne è emerso la figura alta di uno statista attento al destino della democrazia italiana più che agli interessi della propria bottega. Atteggiamento che certamente non fu gradito dall’allora consigliere di Nixon H. Kissinger che sembra lo minacciò quasi apertamente in un colloquio del 1974da cui Moro uscì molto “sconvolto”.

Le parole che Kissinger usò sembra fossero queste: “O lei smette di fare queste cose o la pagherà cara, molto cara“.