Profezia e Utopia Un commento di Sandro Bovassi

Il commento che segue è di Sandro Bovassi che ritrovate in seguito del mio post Nord Milano nera di ieri.

Poiché introduce una riflessione importante ritengo doveroso darne il risalto che merita, riportandolo in home page, per favorirne la lettura.

Al tempo stesso ringrazio per l’attenzione.

 

 

“Si è sempre in ritardo
Per quel che accadde ieri
Si può essere a tempo
Quando si coglie il ritmo
Si sarà sognatori
Poi ad immaginare
Quale sarà il futuro

Di seguito mi sono divertito a ritagliare una serie di indicazioni tratte da molteplici interventi (qualcuno riconoscerà…) sulle quali potrebbe partire un confronto-incontro di riflessione.
Disegnare assieme è più bello che rifiutare perché si usano pastelli dai colori diversi.

“”

Paderno Dugnano ha bisogno di persone/gruppi che lavorino insieme con competenza e passione per il bene di questa città.
Può nascere la convergenza di cui c’è bisogno. Una coalizione cioè che non scaturisca da geometrie politiche elaborate a tavolino, né da pretese di blasone o da opportunismi di sorta.
Restare sul piano della concretezza: chi ha voglia di lavorare insieme per un progetto di città più viva, più verde, più coesa, più sicura, più dinamica, più innovativa, più solidale, più eguale, più attrattiva… eccetera, eccetera… non deve fare altro che agire concretamente sul campo, coordinandosi con quanti operano per gli stessi obiettivi.
Risposte basate sul buon senso, sulla fattibilità, sulla concretezza. Io sono convinto che esista un’Italia che voglia il cambiamento, ma non l’avventura, che chieda soluzioni e non slogan, che cerchi esperienza, non improvvisazione.

L’espressione di un’Italia concreta, per bene, ragionevole, dell’Italia che lavora e che produce, che non vuole …

Nord Milano nera C'era una volta il governo del centrosinisitra

 

Quando abbiamo aperto questo blog pensavamo ancora all’esperienza della sinistra riformista e a una dimensione metropolitana delle politiche di buon governo in un Nord Milano governato da 7 sindaci della sinistra. Ora con la caduta di Cinisello Balsamo quest’era si è chiusa definitivamente e quell’esperienza va, probabilmente, ripensata.

Nord Milano nera recita il blog del “Nordmilanotizie” di Sesto San Giovanni:”Il quadro del Nord Milano è completo. Quello che per oltre sessanta anni è stato il simbolo della cintura rossa, operaia e di sinistra, della grande Milano, la capitale economica e finanziaria d’Italia, oggi è un caposaldo della destra a trazione leghista.”

Ed è così.

Pensavamo di essere ai piedi di una montagna da scalare (le difficoltà economiche e sociali del tempo) invece eravamo già in cima e, poco dopo, sarebbe cominciata la china della discesa. Nel 2009 il centrosinistra perse a Paderno Dugnano e Cusano Milanino, nel 2015 a Cologno Monzese, nel 2017 a Sesto San Giovanni e nel 2018 a Cinisello Balsamo. I prossimi? Cusano Milanino e Cormano (speriamo di no).

Nord Milano nera ?Sembra proprio cosi.

Perché dico che quell’esperienza positiva del Nord Milano va ripensata? Perché credo che, in fondo, non tutti credessero in quell’esperienza e alla sua dimensione metropolitana. Non ci credettero -fino in fondo- le Amministrazioni comunali e neppure i partiti che governavano. Si trattava di passare da logiche locali (localistiche) a logiche sovra-comunali e metropolitane. Anzi le gelosie (e le miopie) tra grandi città (Cinisello e Sesto) spesso si sono tradotte in immobilismo sui grandi temi del Nord Milano. Rifiuti, energia, trasporti, parchi, innovazione non riuscirono a diventare politiche e pratiche amministrative

Civismo contro i partiti? Dei partiti e della sinistra (2)

Giovanni Giuranna in un post del 12 giugno (La lezione del voto amministrativo) si chiedeva quale indicazioni si potevano ricavare dal voto di comuni. Questa riflessione è tanto più urgente oggi, dopo la grave sconfitta di Bresso e di Cinisello Balsamo, per parlare solo dei comuni più vicini a noi. E’ indubbio che è in corso uno smottamento del campo largo della sinistra e del centrosinistra e che nubi minacciose sono all’orizzonte, anche nella nostra città. Del civismo, delle sua forza e dei suoi limiti, abbiamo già detto nella prima parte di questa riflessione.

Ma alcune domande, altrettanto brucianti, si impongono anche agli attori (possibili) del centrosinistra e della sinistra padernese. Se l’orizzonte comune è quello di una Paderno democratica e progressista, dove le diseguaglianze diminuiscano, i servizi pubblici siano consolidati, l’ambiente sia un valore, la legalità e l’onesta un requisito imprescindibile e i diritti civili e sociali il centro delle politiche di governo locale come si può pensare di essere autosufficienti? Ancora qualche mese di attesa (e di tatticismi) e non ci sarà più il tempo per affrontare una campagna elettorale con speranza di successo. Ecco allora le domande che, secondo me, si impongono ai partiti progressisti:

1. Come pensa di costruire un’alleanza vincente il PD renziano che a Paderno Dugnano può contare su un 22,37% del 4 marzo 2018 senza cambiamenti profondi su scuola, lavoro, organismi intermedi di rappresentanza (sindacati, anpi..), rapporti a sinistra, consumo di suolo, diritti civili ? Con chi pensa di costruire questa alleanza/coalizione ? Se resta ancorato al mito renziano dell’autosufficienza (la vocazione maggioritaria di veltroniana memoria) e non comprende che bisogna ricostruire un

Il vento populista soffia sulle democrazie liberali Una riflessione di Andrea Capolongo

“Non vi è dubbio che a livello planetario stiamo assistendo ad una sorta di insofferenza, se non di rifiuto, nei confronti della democrazia liberale.

Conferme in tal senso, si hanno nel successo di Dudarte nelle Filippine, di Putin in Russia, di Modi in India, di Erdogan in Turchia e di Trump negli Stati Uniti.

L’insofferenza verso la democrazia è arrivata, purtroppo, anche in Europa, diffondendosi come un’epidemia dalla Polonia all’Italia, dalla Francia all’Ungheria, dall’Olanda all’Austria. Lo stesso governo della Merkel è sull’orlo della crisi per le posizioni fortemente populiste e xenofobe del suo ministro dell’interno e capo della CSU bavarese, Horst Sehofer.

In Europa abbiamo già leader autoritari al potere come Orban in Ungheria e Duda in Polonia, ed altri che si apprestano ad andarci. Le elezioni sono diventate un modo per uscire dalla democrazia, anziché essere un mezzo per risanare e problematizzare la politica in modo democratico. Gli elettori sono sempre più infastiditi dalle istituzioni indipendenti e sempre meno sono disposti a tollerare i diritti delle minoranze etniche e religiose.Si mettono, ormai, chiaramente in discussione alcuni temi centrali del liberalismo: il pluralismo etnico e religioso, l’ampliamento dei diritti degli individui e dei gruppi, la tolleranza della diversità sessuale e la neutralità etnica e religiosa dello Stato.

“I circa sessantadue milioni di americani che hanno votato Trump hanno votato per lui contro la democrazia. In questo senso il loro voto è stato un voto a favore di un “abbandono”. Lo stesso vale per Modi , per Erdogan e per le pseudoelezioni di Putin. In ognuno di questi casi, e in gran parte delle sacche populiste europee, troviamo un senso di …

Sultana Razon Veronesi: «Oggi ho paura degli atteggiamenti arroganti e populisti» Riceviamo da Andrea Capolongo e volentieri pubblichiamo

Sono fortemente proccupato della direzione che sta prendendo la politica non solo in Italia, ma nell’intera Europa, e la mia preoccupazione non deve sembrare eccessiva se una signora dell’alta borghesia milanese ha preso carta e penna ed ha scritto al Corriere della Sera.

La vedova in questione è la moglie di Umberto Veronesi, Sultana Razon, ebrea, deportata nel campo di concentramento di Berger-Belsen, che ha lanciato l’allarme

”Oggi ho paura, ho paura Sultana Razon Veronesidegli atteggiamenti arroganti e populisti di alcuni politici. I discorsi a voce alta con le mani appoggiate ai fianchi mi ricordano troppo i passati despoti…. Ho molto paura della piega che sta prendendo la politica italiana, vi prego fermateli!”.

Video Sultana Razon Veronesi     

 

Ecco la lettera pubblicata sul corriere della sera del 23 Giugno 2018:

Caro direttore,
mi chiamo Sultana Razon Veronesi, nata a Milano nell’agosto 1932. Sono di famiglia ebraica. Sono stata nei campi di concentramento e al confino dal 1941 al 1944 in Italia e dal 1944 al 1945 in un campo di concentramento tedesco a Bergen Belsen, dove morì Anna Frank e milioni di altre persone. Sono stata fidanzata e moglie del professor Umberto Veronesi per oltre 60 anni. Ho avuto 6 figli meravigliosi, tutti laureati in discipline importanti. Oggi ho paura, ho paura degli atteggiamenti arroganti e populisti di alcuni politici.

I discorsi a voce alta con le mani appoggiate ai fianchi mi ricordano troppo i passati despoti. Anche loro cominciarono ad arringare con motivazioni banali e ben accette dal popolo, poi piano piano riuscirono a convincere più giovani e anziani sulle buone motivazioni iniziali fino a giungere alla convinzione che occorresse compiere …