In attesa del risultato delle comunali che diranno in quale direzione l’elettorato intende muoversi (e in quanti) non possiamo dimenticare un appuntamento che non deve servire al rito mediatico dell’ambientalismo di moda ma a fare il punto politico sulle drammatiche condizioni del pianeta e del nostro paese. Lascio ad altri commentatori lo sguardo generale. Segnalo per questo gli inserti odierni della Repubblica e del Manifesto. Su quest’ultimo un interessante “atlante dei conflitti ambientali”. A noi ricordo le problematiche che ci riguardano da vicino: lo stato del torrente Seveso e la problematica delle vasche, l’ampliarsi della rete autostradale (Rho-Monza e allargamento della Milano-Meda), il ritardo del trasporto pubblico su ferro (ATM Milano-Seregno e Milano-Mombello, prolungamento della MM), il monitoraggio delle fabbriche a rischio e la presenza dell’amianto, il consumo di suolo etc..Anche da noi ci sono tanti conflitti sullo stato del nostro territorio. Per fortuna esistono anche tante esperienze e realtà che cercano di contrastare il peggioramento della salute del pianeta. Due tra tutte: Le associazioni ambientaliste e l’esperienza dei Parchi regionali e locali. C’è un tema vero che è il tempo, o meglio, c’è una questione di “differenza di velocità”. Quanto corre l’opera umana nella distruzione del creato e quanto invece sono lente le azioni di recupero e di salvaguardia dell’ambiente. Qui voglio segnalare le esperienze originali di tre Parchi: Parco Nord, Parco Sud e Parco Groane. Tre iniziative che sono indicatori per capire lo stato dell’ambiente metropolitano in cui viviamo e se questo ha ancora possibilità di una rigenerazione.
Nel Parco Sud si sono appena concluse le “lucciolate” “Le lucciole appartengono alla memoria dell’infanzia e all’immaginario collettivo, ma …





